venerdì, Aprile 19, 2024
EsperienzeIslanda

Irene – Islanda – Reykjavic (Febbraio- Ottobre 2015)

Nome: Irene  età 22Foto profilo_300
studi
:Maturità classica    lingue:inglese, francese, spagnolo e tedesco
primo contatto con l’Eu Direct: settembre 2014
partenza
: febbraio 2015

Irene passerà 8 mesi nella bella Reykjavik, Islanda e prederà servizio presso l’associazione AFS, associazione che porta avanti progetti di scambio in tutto il mondo. I principali compiti di Irene saranno quelli di supporto nella realizzazione di materiale pubblicitario, aggiornamento del sito, organizzazione eventi, e in tutte le iniziative e lavori che l’associazione porta avanti. In bocca al lupo e buon divertimento.
A breve inseriremo il suo primo report

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Report 1 – febbraio 2015
Eccomi qua, finalmente ho trovato un secondo per iniziare a raccontarvi di questa mia avventura nei ghiacci, che nonostante sia iniziata da pochissimo già si prospetta molto interessante e stimolante. Sono Irene e grazie a Europe Direct – Comune di Trieste sto svolgendo il mio Servizio Volontario Europeo presso AFS á Íslandi a Reykjavík, Islanda. Per partire ho pensato bene di scegliere un periodo freschetto, stabilendomi infatti in quest’isola ai confini del mondo il primo febbraio 2015. Qualsiasi mio dubbio riguardante l’essere stata forse un po’ troppo azzardata nella scelta del periodo è stato fugato ancora prima di atterrare su suolo islandese: mentre ero sull’aereo, nel viaggio di arrivo, il pilota ha comunicato a noi passeggeri che affacciandoci alla sinistra avremmo potuto vedere l’Aurora Boreale.. mi sono fiondata verso il finestrino e quella striscia verde e luminosa era lì, ad illuminare un’oscurità priva di stelle e contemporaneamente a darmi il benvenuto in una terra che da sempre ha rappresentato il mio sogno più grande. E dieci giorni dopo sono qui a scrivere di quanto non sia solo l’Aurora Boreale una ragione validissima per visitare questo posto in pieno inverno, bensì anche la distesa di neve perenne, il bianco infinito, che rende tutto più pulito, più distante e tranquillo e che, in una maniera che mai riuscirò a spiegarmi, riesce a farti esplorare a fondo te stesso/a e a fartene trovare la parte migliore.
Sono stati dieci giorni in cui oltre al tanto bianco, ho avuto modo di vedere e conoscere già tanti volti (perlopiù molto bianchi anche loro!), con i quali condividerò i mesi a venire. Questo popolo islandese, così poco conosciuto al di fuori dei suoi frastagliati confini, si presenta al visitatore (immigrato, turista o volontario che sia) con una cordialità e un trasporto meno scandinavi del previsto, un inglese eccellente e sempre un pizzico d’ironia negli occhi, accompagnato da una buona dose di totale mancanza di stress. “Þetta reddast” è tra le prime espressioni che ti insegnano qui, che può essere tradotta con “tutto si risolverà, in un modo o nell’altro”. E in fondo, ad un popolo che per secoli ha dovuto far fronte a condizioni climatiche durissime e al totale isolamento dal resto del mondo, le preoccupazioni di oggi devono in effetti sembrare ridicole..
Altri volti (un po’ meno diafani) che ho avuto il piacere di conoscere, e che corrispondo a persone che stanno diventando giorno dopo giorno i miei compagni di viaggio, sono quelli degli altri volontari europei, ragazzi in gamba, con tanto da raccontare e tanto entusiasmo da condividere. Romania, Irlanda, Polonia, c’è di tutto in questa famiglia EVS che si sta formando e che già mi fa sentire a casa. Con loro sto iniziando ad esplorare questa città così particolare, la capitale più a Nord del mondo, che sembra avere molto da offrire.
Sto iniziando anche a confrontarmi con un’Irene che non ho ancora ben conosciuto: l’Irene con delle responsabilità lavorative, degli orari e un “capo” a cui far riferimento (“capo” tra virgolette perché il boss si arrabbia molto se la chiamiamo così), e spero di poter scrivere, nel prossimo racconto, di quante cose meravigliose stia facendo quest’Irene e di quanto potenziale creativo abbia trovato dentro di sé.

Alla prossima, dunque, sperando di sopravvivere alla tempesta di neve prevista per domani!
Dall’Isola di Ghiaccio,
vostra Irene

Report 2 – Marzo 2015
Eccomi qui, già china sul secondo report quando mi sembra siano passati pochissimi giorni dalla scrittura del primo. E’ sempre così quando si è fuori, quando tutto è nuovo, tutto è una scoperta: le settimane passano e ci si chiede come possa succedere che tutto scorra così in fretta. Sono praticamente allo scadere del mio secondo mese e ancora mi sembra di essere appena arrivata.
Però, guardandomi indietro mi rendo conto invece di quanto sia già avanti nel mio processo di “islandesizzazione”! Per fare un esempio, ho terminato con successo il corso di lingua livello 1, che ovviamente ancora non mi permette di sostenere conversazioni in lingua, ma mi regala il piacere di iniziare ad intuire gli argomenti delle chiacchiere delle persone che mi circondano e di compiere piccoli gesti quotidiani in islandese come fare la spesa o ordinare un caffè.
A lavoro sono ormai diventata parte dell’ufficio a tutti gli effetti: partecipo attivamente alla riunione del Giovedì mattina, ho dei compiti ben precisi e sto lavorando ai miei progetti a lungo termine in maniera concreta e, spero, efficace. E’ impressionante quanta soddisfazione si possa ricevere da un “Good job!” detto con sincerità e affetto da una delle ladies del mio ufficio, che nonostante siano tecnicamente mie colleghe, continuano a chiedermi se mangio a sufficienza, se ho vestiti abbastanza pesanti per “quest’inverno che non accenna a terminare” o se gli islandesi mi trattano bene. Come dire.. l’istinto materno è uguale indipendentemente dalla latitudine! 🙂
Sto imparando a conoscere meglio questa città così particolare (così… hipster) e alcuni suoi angoli meno conosciuti. Inoltre sta iniziando a succedermi frequentemente di incontrare per caso amici o conoscenti per strada, e credo non ci sia cosa che faccia sentire più “a casa” di questa. Ciò che senza dubbio mi affascina di più di questo posto è il fatto che sembri vivere di musica: qualsiasi tipo di locale notturno offre il più delle volte musica live, e per una qualche ragione non meglio specificata gli artisti valgono sempre il prezzo del biglietto. Artisti anche piuttosto conosciuti a livello internazionale si esibiscono nei piccoli pub del centro per poi rimanere a bersi una birra e ad ascoltare il gruppo dopo di loro, e non è per niente insolito incontrare Jónsi (il cantante dei Sigur Rós) o perfino Björk (!!) per strada o in una caffetteria. E la parte migliore qual è? Nessuno si sogna di disturbarli. Quest’atmosfera, per un’amante della musica islandese come me, rappresenta il paradiso.
E per il resto, l’estrema eccitazione e adrenalina iniziali stanno lasciando il posto alla piacevole serenità derivante dall’essermi abituata ad una nuova quotidianità, com’è giusto che sia: il gatto che mi sveglia la mattina con le sue fusa, le lezioni di yoga il Martedì pomeriggio, il karaoke del Venerdì e le Domeniche passate in pigiama a suonare la chitarra. Tutto ciò interrotto da sporadici viaggetti o eventi straordinari che ho già avuto il piacere di vivere: un giro su uno dei famosi cavalli islandesi in mezzo alla neve, una giornata passata tra grotte e cascate e l’incontro con il Presidente dell’Islanda Ólafur Ragnar Grímsson!
Insomma, direi che tra le molteplici sensazioni che sto provando qui, non c’è nessuno spazio per la noia.. solo per tanta felicità derivante dalla sensazione di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.
E piano piano si avvicina l’estate! https://www.youtube.com/watch?v=s2QgGoAuwoU

Report 3 – giugno 2015
So bene che dopo Febbraio e Marzo normalmente viene Aprile, ma spero di poter essere perdonata se vi presento i report degli ultimi tre mesi tutti insieme! E’ impressionante quanto vivere all’estero (o probabilmente vivere “fuori casa” in generale) faccia sembrare tutto più nuovo ed eccitante, e quanta energia ci si scopra in corpo. Questo avviene soprattutto quando questo soggiorno all’estero ha una data d’inizio e una di fine, come nel caso dello SVE. La sensazione che ogni giorno, ogni minuto, siano preziosi, perché “in fondo non ne rimangono più tanti” e la ferma volontà di volerli vivere al meglio e di voler accumulare sorrisi e bei ricordi sono, a mio parere, il regalo maggiore che un’esperienza lunga all’estero possa dare. Tutte queste belle parole non vogliono essere il tentativo di farmi perdonare per non avere trovato un’ora di tempo per scrivere un report (ok, forse solo un pochino), ma vogliono soprattutto far sapere a chi legge e ricordare a me stessa quanto appagante sia la sensazione di sentirsi liberi, di sentirsi vivi. La consapevolezza dello star vivendo un’opportunità che si riceve una sola volta nella vita costituisce, almeno per me, una spinta costante al tentativo di crescere, di imparare, di diventare una persona migliore.
Ciò si sta traducendo, nel mio caso, in varie piccole cose: lo studio di una lingua davvero complicata (pensate che i numeri da uno a quattro vengono declinati per genere, numero e caso… si arriva ad avere il “tre” genitivo neutro plurale, per intenderci!!!); i costanti viaggetti più o meno lunghi in questa terra meravigliosa che non finisce mai di sorprenderti con le sue cascate, i suoi vulcani e i suoi colori (sono appena tornata dall’arcipelago delle Westman Islands, finora probabilmente uno dei posti più belli che abbia visitato in vita mia); l’abilità a reagire positivamente alla pioggia e al freddo, al giubbotto perenne e al vento, ma anche a meravigliarsi costantemente di come ormai la notte sia praticamente sparita (quasi non tramonta più il sole); la gioia di praticare la propria attività preferita, il rugby, insieme alla squadra nazionale maschile (la femminile ancora non esiste) e vedere come, allenamento dopo allenamento, qualche nuova ragazza si affacci timidamente a questo sport meraviglioso; tanti nuovi amici interessanti, ognuno con una storia diversa alle spalle e aperti e felici di condividere con me la gioia di vivere su quest’isola. E poi, ma ormai questo si è capito, la Musica. Ovunque. Bellissima. Per fare un esempio, il 29 Maggio ho avuto il piacere di assistere a uno dei concerti più incredibili della mia vita: Ásgeir Trausti, un cantautore islandese, ha pensato bene, in quella data, di montare un concerto sulla cima della montagna vicino Reykjavík, Esja. Sì, un concerto sulla cima di una montagna, per di più vulcanica e mezza innevata. E quindi, insieme a quegli amici un po’ pazzi di cui parlavo prima, ci siamo imbarcati in quest’ora e mezza di camminata piuttosto faticosa per assistere allo spettacolo. E che spettacolo!
Poi ovvio, ci sono i giorni in cui non si riesce a vedere tutto positivamente: giorni in cui fa troppo freddo, o la sveglia suona troppo presto, i prezzi sono troppo alti, la lingua troppo difficile e tutto è troppo diverso da casa. Ma in fondo siamo esseri umani, a volte ci sentiamo deboli di fronte a tante cose. Ciò che ho sempre pensato è che se non avessimo momenti negativi, non potremmo apprezzare quelli positivi, quindi la chiave è accettare anche quelli, e sapere che costituiscono la parte dolorosa della crescita in quanto persone, quella crescita che non dovrebbe terminare mai.
Ecco fatto: tardissimo, come sempre. Vi saluto ché devo dare da mangiare a Dimmalimm, la mia micia islandese 🙂

Report 4 – luglio 2015
Tra i vari progetti che sto portando avanti durante il mio SVE, uno dei miei preferiti riguarda la creazione di “materiale pubblicitario” per l’associazione: il video che vedete è stato creato per incoraggiare le famiglie islandesi ad ospitare per 10 mesi uno studente straniero con AFS (conosciuta come Intercultura in Italia), l’associazione presso la quale sto svolgendo il mio volontariato. Il video è frutto di una collaborazione con Adrien, un simpatico ragazzo francese conosciuto alla scuola di lingua.
E’ stata un’esperienza davvero interessante, che mi ha permesso di conoscere un mondo di cui sapevo molto poco (montaggio, luci, suono ecc..) e anche di entrare a contatto con delle famiglie del posto. La lingua è complicata, ma le immagini parlano da sé 🙂 buona visione!
https://www.youtube.com/watch?v=eGEGZzXpwfQ