Ilaria – POLONIA – Poznan (ottobre 2003 – ottobre 2004)
nome : Ilaria età : 25
studi: laureata Scuola per Interpreti
lingue parlate: inglese e spagnolo
primo contatto con l’IPE : aprile 2003
partenza : ottobre 2003
Ilaria, venticinquenne di Grosseto, è ormai da parecchio tempo in Polonia. Fresca laureata della Scuola Interpreti di Trieste (inglese e spagnolo) è rimasta a Poznan per un anno intero. Ecco il suo “report”:
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Difficile descrivere in poche parole un anno di vita, soprattutto quando si tratta di un anno così diverso da quelli precedenti da lasciare un segno indelebile nella mia vita.
Devo ammettere che ambientarsi alla Polonia è stato più difficile del previsto. Innanzi tutto per via del freddo: mi ero detta e ripetuta più e più volte che l’inverno sarebbe stato più rigido rispetto a quello italiano ma mai avrei creduto di vivere in uno stato di congelamento perenne da ottobre fino a marzo! Quelle tante giornate con il cielo grigio e poca luce mi hanno fatto capire quanto sia bello il nostro sole del Mediterraneo! Secondo problema: la lingua !!!
Io che avevo deciso di andare in Polonia proprio nella speranza che il polacco mi aiutasse in futuro a trovare un lavoro decente (ho studiato alla Scuola Interpreti) mi sono trovata a dover affrontare un mostro a quattro corna: pronuncia, grammatica, struttura della frase…tutto incomprensibile!
Ultimo punto negativo: il progetto. Purtroppo i compiti destinati ai volontari erano tutt’altro che interessanti e in genere anche numericamente pochi. La maggior parte del tempo lo passavamo in ufficio senza sapere cosa fare e l’unica attività che dovevamo svolgere ogni giorno era quella di dare da mangiare a dei pipistrelli (già, l’organizzazione ambientale fra le altre cose gestiva anche un ospedale per pipistrelli). Per il resto cose banali come andare in posta, fotocopiare vario materiale… insomma lavoro d’ufficio e scartoffie!
Beh, fino a qui può sembrare che il mio anno in Polonia sia stato una tragedia e invece no, tutto il contrario. Nell’ambito del progetto SVE non mi sono sentita né utile né soddisfatta ma l’esperienza in generale è stata molto positiva. Ho dovuto fare un po’ a gomitate per riuscire a crearmi uno spazio e una mia vita; ma giorno dopo giorno, piano piano sono riuscita a trovare un equilibrio. Ho avuto la fortuna di conoscere persone veramente in gamba che sono riusciti a farmi sentire come a casa mia, che mi hanno dimostrato che per loro non ero solo una straniera di passaggio ma una persona a tutti gli effetti; che la mia presenza o assenza non li lasciava indifferenti… insomma ho trovato una seconda casa, un nuovo piccolo mondo polacco che non ha molto a che fare con il mio mondo italiano ma che forse mi piace proprio per questo motivo. Dimenticavo… alla fine sono riuscita ad imparare il polacco che adesso non mi sembra più il rumore che senti alla radio quando non si prende nessuna stazione ma una bella lingua, a volte difficile ed inspiegabile, spesso buffa ma comunque affascinante. Concludo dicendo che sono ancora in Polonia e che ho deciso di rimanerci ancora un anno… “Chi ha orecchie per intendere, intenda”.