sabato, Aprile 27, 2024
CroaziaEsperienze

Concluso lo SVE, Francesco continua la sua avventura presso l’associazione che lo ha accolto

Partito il 1° dicembre 2017 per Šibenik, CroaziaFra_sito
Nome: Francesco
Periodo SVE: 1 dicembre 2017 – 31 luglio 2017 (8 mesi)
Paese di accoglienza: Croazia
Ente di accoglienza: PIC no: 940196169
Organizzazione: City of Šibenik
Primo contatto con l’ufficio EDIC: settembre 2017


Francesco è partito il 1° dicembre 2017 per il suo SVE in Croazia, esattamente a Sibenik, grazie al progetto “Developing society”.  La città di Sebenico è l’ente locale responsabile della pianificazione e della realizzazione di attività legate all’urbanizzazione, allo sviluppo economico e imprenditoriale, ai servizi pubblici, al benessere sociale, all’infanzia, all’istruzione, al traffico, alla protezione civile, ecc.

Francesco parteciperà al lavoro quotidiano dell’ufficio e assisterà i dipendenti nella varie attività. In particolare assisterà il coordinatore del progetto, porterà avanti lavori di traduzione, gestirà l’agenda dell’ufficio e supporterà nelle attività di comunicazione dell’ufficio. Parte importante del progetto SVE sarà anche quello di supportare nell’organizzazione e nella realizzazione di vari eventi, informare i cittadini sui fondi europei, sulla politica e sui programmi dell’UE ed informare i giovani sui progetti SVE realizzando anche un video.
A breve il suo primo report….

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Report I – gennaio 2018

A un mese dalla mia partenza per Šibenik, città sulla costa adriatica capoluogo della regione di Šibenik e Tenin che conta circa 46 mila abitanti, è tempo di tirare le prime somme di questo EVS.

Il progetto a cui ho aderito si chiama “Developing society” e mi occupo di svolgere attività di informazione sulle tematiche europee, in special modo le opportunità di mobilità europea per i giovani, attraverso i programmi e i fondi europei, oltre che a coadiuvare le attività del Comune di Šibenik nel settore della gioventù, contribuendo ad aumentare il dibattito pubblico cittadino in questo campo all’interno delle istituzioni scolastiche.

Mia compagna di avventura nel progetto è Antonia Teodora, una ragazza rumena con cui condivido anche la vita di tutti i giorni all’interno della stessa casa. Per documentare il nostro EVS abbiamo creato una pagina fan su facebook che si chiama “EVS Journey” che potete consultare cliccando qui – https://www.facebook.com/Evs-Journey-336169883459394/.

Grazie all’organizzazione e alla disponibilità dei ragazzi che lavorano nella RO [Receiving Organisation], sono subito entrato nel cuore del progetto, facilitando la mia integrazione all’interno della comunità sebeniciana. Le attività giornaliere sono sempre molto stimolanti e ogni giorno sento che questa esperienza oltre a essere una grande esperienza di crescita personale è anche un’opportunità molto concreta di migliorare e acquisire skills importanti.

Trovo molto interessante il metodo di lavoro attuato dall’organizzazione che mi ospita. Infatti, cercano sempre di coinvolgere noi volontari nelle attività quotidiane facendoti sentire una vera e propria risorsa. In questo primo mese, ho avuto l’opportunità di partecipare alla giornata del volontariato insieme a tutte le associazioni/organizzazioni locali, in cui, insieme alla mia partner Antonia, ho curato lo stand dell’Eurodesk Hrvatzka dando informazioni sulla mobilità europea alle persone che si fermavano, tra cui una classe di un istituto scolastico della città. Inoltre, per me è stato molto importante partecipare a una riunione che si è tenuta in sede con un’organizzazione giovanile tedesca per mettere le basi a un partenariato per uno youth exchange.

La terza settimana, sono stato ad Orahovica (cittadina nella regione della Slavonia) per il consueto on-arrival training durato 6 giorni. Al training ho conosciuto i ragazzi e le ragazze che in questo periodo stanno partecipando a un EVS in Croazia e che provengono dalle nazioni più disparate (Italia, Portogallo, Turchia, Romania, Polonia, Egitto). L’esperienza è stata molto stimolante perché mi sono confrontato con culture diverse arricchendo il mio bagaglio culturale. Le attività della settimana mi hanno dato quelle motivazioni e quelle conoscenze in più per portare a termine questo EVS con successo. Inoltre, durante la sessione sul project management, i trainers ci hanno dato come compito quello di pensare a un progetto partendo dai bisogni della comunità di Orahovica da svolgere in un giorno. Con il team di cui ho fatto parte, abbiamo pensato a un lavoro sull’accessibilità degli edifici pubblici per le persone a mobilità ridotta, con l’obiettivo di far aumentare la consapevolezza e la sensibilità del Sindaco della città in merito a questo problema. Il giorno dopo, siamo andati in giro per la città a fotografare gli edifici pubblici per verificare la presenza di rampe e ascensori. Concluso il tour, abbiamo fissato un appuntamento con il Sindaco, il quale è stato ad ascoltare le nostre ragioni e le nostre proposte con molto interesse.

In conclusione vorrei parlare della città che mi sta ospitando. Infatti, Šibenik è un piccolo paradiso sull’Adriatico pieno di storia e magnifici paesaggi. La singolare morfologia della costa ci consegna dei paesaggi magnifici e il lungomare è molto organizzato. Il centro storico è tutto da scoprire grazie ai suoi edifici antichi e alle sue chiese. La “città vecchia”, infatti, rientra tra i centri medievali più estesi e meglio conservati della Croazia e fa parte dell’area tutelata della Cattedrale di San Giacomo che è sito patrimonio dell’umanità dell’UNESCO.

Per scoprire di più la città, vi invito a seguire i miei prossimi report…Bok!

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Report II – aprile 2018
Con l’arrivo della primavera e del sole gli oggetti e le giornate vengono illuminate con una luce diversa. Ciò ci permette di poter riflettere con serenità e tranquillità dei mesi passati e di ciò che stiamo facendo. Per questo motivo è arrivato anche il tempo di fare un piccolo sunto delle cose che sono accadute nel mio EVS per il progetto “Developing Society” che sto svolgendo con lo Europe Direct del comune di Sibenik.

Dopo il primo periodo di ambientamento le attività del progetto sono entrate nel vivo ed è molto bello operare in un ambiente dinamico e giovanile in cui ogni giorno ricevi input e stimoli per pensare a come poter migliorare o implementare le attività dell’organizzazione. Soprattutto, ti rendi conto di quanto il lavoro di associazioni e organizzazioni di volontariato abbiano un impatto positivo nella comunità locale, soprattutto nel coinvolgimento dei giovani. E’ ciò che succede a Sibenik anche grazie alle iniziative promosse dall’associazione giovanile “Mladi u Eu”, organizzazione accreditata come local point Eurodesk che collabora a stretto giro con lo Europe Direct che si occupa della promozione dell’Unione Europea e delle opportunità di mobilità tra i giovani. Grazie a questo EVS, dunque, ho compreso che oltre al lavoro più istituzionale di enti come lo Europe Direct è molto importante anche il lavoro complementare delle associazioni di volontariato del network per promuovere attività di intrattenimento nel tentativo di coinvolgere i giovani su temi come l’Europa o la cittadinanza attiva con un approccio non formale e divertente con workshop pratici e interattivi.

Ad esempio, tra le diverse attività, in questi mesi sono impegnato nell’organizzazione di un workshop di lingua italiana nell’ottica di promuovere il multilinguismo e il contatto con altre culture. Durante questi incontri cerco di insegnare le regole base della nostra lingua in maniera interattiva promuovendo la nostra cultura e le nostre tradizioni. E’ stata una sorpresa per me vedere il grado di coinvolgimento delle persone che vengono a questo workshop, i quali sono molto curiosi di conoscere il nostro Paese. Inoltre, questa attività mi ha dato l’opportunità di comprendere meglio la cultura, gli usi e i costumi della Croazia, in special modo della regione della Dalmazia, integrandomi meglio nella comunità locale e comprendere quanto molte tradizioni siano simili alle nostre, a prova del fatto che abbiamo avuto una lunga storia in comune.

Un’altra task molto importante che mi sta stimolando molto e che spero possa servirmi per il futuro è lo studio quotidiano di Erasmus+ e la pianificazione di progetti nel settore della gioventù con la KA1. A febbraio abbiamo applicato per uno youth exchange sulla disoccupazione giovanile. Attualmente, insieme allo staff della RO mi sto occupando della pianificazione di altri progetti che ricadono nell’ambito della KA1 del programma Erasmus+. Fare un’esperienza del genere in questo settore e in un contesto diverso nelle modalità di fare associazionismo rispetto a quello in cui ero abituato in Italia, mi sta fornendo ogni giorno un punto di vista diverso che mi permette di approcciare alle attività di questo settore in maniera più approfondita.

Tutte queste attività, la curiosità di scoprire il posto in cui vivi e la voglia di comprendere la cultura di un popolo e una nazione differente dalla tua ti fa capire l’importanza che le opportunità di mobilità che l’Unione Europea offre ai giovani sia importante nella costruzione di una sana e reale cittadinanza europea, utile per la crescita personale dei giovani. Solo facendo un’esperienza del genere ti rendi conto quanto cresci sul profilo umano e culturale, mentre allo stesso tempo implementi skills importanti per il tuo futuro professionale. Per questo motivo è importante cercare di promuovere il più possibile queste opportunità, in un’epoca in cui molte volte i giovani si sentono spaesati e dopo le superiori o l’università si sentono spiazzati, perdendo di vista i loro reali obiettivi e sogni. Grazie a questo EVS e all’organizzazione che mi ospita promuoviamo info-desk nelle scuole e in altri contesti (convegni, seminari, etc.) dove posso raccontare la mia esperienza, sperando di riuscire a convincere qualche ragazzo/a nel partecipare a un’esperienza di studio o volontariato all’estero. Questi info-desk sono davvero soddisfacenti e stimolanti perché hai la possibilità di confrontarti con tuoi coetanei che hanno vissuto in un contesto diverso, per poi renderti conto che le paure e le aspirazioni a volte sono comuni in tutta Europa e in tutto il mondo.

EVS, però, è anche divertimento, scoperta di nuovi posti e confronto con persone che provengono da tutta Europa. Sibenik è una città di cui mi sono totalmente innamorato per la sua bellezza morfologica e per il suo patrimonio storico. Ogni giorno vado alla ricerca di qualcosa da scoprire perché la città offre l’opportunità di poter visitare tantissimi siti di interesse storico o naturalistico. Oltre alla città dove sto vivendo, però, ho avuto la possibilità di visitare altri luoghi della Dalmazia come Split e Zadar e di conoscere altre realtà di volontariato che operano in questa regione con la possibilità di confrontarmici. Inoltre, grazie alla messa in rete con gli altri volontari che si trovano in questo momento in Croazia c’è sempre la possibilità di poter pianificare nuove gite fuori porta per scoprire sempre di più questa tranquilla e accogliente nazione ora che sono in arrivo le giornate primaverili!

A presto per il prossimo report…vidimo se!

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Report III – maggio 2018
Ormai ho oltrepassato il giro di boa di questa lunghissima e entusiasmante traversata che mi ha portato sulle sponde adriatiche della Croazia per un progetto EVS che, fino a questo momento, mi ha insegnato e dato molto in termini sia di crescita personale che di skills utilizzabili per il mio futuro.

La realizzazione che mi trovo nell’ultima metà di questa avventura è arrivata dalla “chiamata alle armi” per il mid-term a cui ho partecipato a inizio maggio a Split, in cui ho avuto la possibilità di incontrare altri EVS volunteer che si trovano in Croazia a metà dei loro progetti. L’esperienza è stata entusiasmante perché ho avuto la possibilità di parlare della mia esperienza e ascoltare le EVS stories degli altri volontari. Il metodo utilizzato per le attività di questo training mi ha permesso di riflettere in maniera più approfondita in merito al mio processo di apprendimento e soprattutto comprendere se sto raggiungendo gli obiettivi e le aspettative che inizialmente mi hanno spinto e convinto a partecipare a questo progetto.

La differenza con l’on-arrival training fatto all’inizio dell’EVS sta tutta qui: mentre all’inizio abbiamo ricevuto nozioni e informazioni su come affrontare l’EVS e come essere un buon volontario, nel mid-term si è dato più spazio ai momenti di riflessione e soprattutto alla creatività. Le attività svolte hanno facilitato la partecipazione di tutti a questi momenti di valutazione del proprio European Volunteer Service, lasciando spazio anche alla creatività dei volontari. Ad esempio si è data la possibilità a tutti i volontari di proporre argomenti da approfondire, suggerendo e promuovendo dei workshop facilitati dai volontari stessi con l’aiuto dei trainer. A tal proposito, questa attività mi ha visto particolarmente coinvolto dato che mi sono trovato insieme ad altri due volontari a promuovere e facilitare un workshop sulla vita dopo l’EVS e quali altre opportunità ci sono per i giovani che vogliono continuare a partecipare ad altri progetti all’estero.

Il mid-term, però, oltre a essere un momento di riflessione è stato anche un momento di condivisione tout court. Infatti, le attività sono state distribuite in modo che potesse esserci il necessario tempo libero per visitare la città insieme agli altri. In questo modo è stata facilitata la coesione del gruppo e la nascita di nuove amicizie. Proprio questo è stato un fattore importantissimo per alcuni volontari che sono arrivati al mid-term con qualche dubbio o incertezza trovando negli altri una forte sponda per continuare con maggior convinzione e ricevere qualche suggerimento sulle attività da fare per quanto riguarda progetti che hanno obiettivi e tasks simili.

Per quanto riguarda me, invece, questo mid-term mi ha dato la spinta per finire questo EVS al meglio cercando di implementare alcune skills e competenze che ho acquisito durante la prima parte del progetto e cercando di lasciare qualcosa di mio in Croazia e alla mia RO.

Intanto, oltre il mid-term, continuano le normali attività del progetto. A fine aprile abbiamo applicato per dei progetti nell’ambito della KA1 e con l’arrivo del bel tempo stiamo promuovendo workshop per i giovani che vivono nell’area di Sibenik. Tuttavia, come spiegato anche nel precedente report, sto trovando molto interessante gli info-day sulle opportunità di mobilità rivolte ai giovani. Credo sia molto importante condividere la propria esperienza e le proprie conoscenze cercando di informare il maggior numero di ragazzi che c’è un ottimo modo per costruire il proprio futuro in maniera divertente e conoscendo nuove realtà e culture.

Questo mese siamo stati anche all’università di Sibenik per un info-day e un seminario sulle opportunità di mobilità per gli studenti ed è stato molto interessante confrontarmi in un ambiente che fino a poco tempo fa mi vedeva ancora tra le aule studio e le sessioni di esami con l’indecisione sulla bontà di partire o meno per un’opportunità all’estero.

Volontariato, però, è anche trovarsi nel bel mezzo di una gara di rally a Skradin, incantevole paesino al centro del Krka Park, aiutando le persone del posto nell’organizzazione della competizione e vedere nei loro occhi l’entusiasmo di chi parla in maniera orgogliosa delle bellezze del proprio posto e, allo stesso tempo, è curioso di conoscerti meglio e ti chiede di parlare della tua cultura e da dove vieni.

Arrivo quindi alla conclusione di questo report suggerendo a tutti i folli e gli indecisi che mi leggono di mettere da parte le ansie e di partecipare a un progetto di mobilità al più presto perché è molto importante per il proprio futuro.

A presto per il prossimo report…Doviđenja!

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Report Giugno- luglio 2018
Questa mia esperienza in Croazia sta terminando. Sono partito 8 mesi fa per partecipare al progetto “Developing Society” nello Europe Direct del comune di Sibenik nell’ambito dello European Volunteer Service. Poco prima della partenza ero carico di entusiasmo e anche, non bisogna nasconderlo, di paure e ansie dovute al fatto che ti apprestavi ad affrontare un’avventura in una città e una cultura che conoscevi poco. A distanza di mesi posso dire che questo è stato un punto di forza perché mi ha permesso di potermi aprire alla comunità locale con maggior curiosità, facilitando il mio processo di integrazione qui a Sibenik a tal punto da dire: “L’EVS è già concluso? Non me ne sono proprio reso conto”. In questi mesi mi sono trovato in molte situazioni che sono state importanti per la mia crescita non solo professionale ma soprattutto personale, per la serie che non si è mai troppo grandi per imparare qualcosa! Allo stesso tempo ci sono state anche molte situazioni divertenti, tante persone conosciute e tante avventure che si sono susseguite in questi mesi che rimarranno indelebili per tutta la mia vita. Con questo non voglio dire che non ci sono stati momenti difficili, ma con la giusta motivazione, curiosità e l’aiuto della sending e receiving organization anche i momenti più difficili possono essere superati facilmente.

Tutto ciò posso affermarlo con tranquillità perché a conclusione dell’EVS è molto importante riflettere sul proprio percorso di apprendimento per compilare lo Youthpass ed è ciò che sto facendo in questo periodo. Lo Youthpass è lo strumento di certificazione sviluppato dall’Unione Europea per facilitare la convalida dell’apprendimento non formale nel programma Erasmus+. Questo strumento è molto importante perché attesta le abilità e le competenze apprese durante il periodo di mobilità ed è molto utile presentarlo in caso di candidatura per un posto di lavoro. Tutti i partecipanti all’EVS hanno diritto al proprio Youthpass e io di certo non sono un’eccezione. Ad aiutare i volontari sul proprio processo di apprendimento esiste la figura del mentore. Nel mio caso la mia mentore ha cercato con dei meeting settimanali di aiutarmi a farmi comprendere i miei miglioramenti o le skills acquisite criflettendo sui compiti e le mansioni che costantemente mi venivano assegnati. In questo ultimo mese questi meeting si sono focalizzati molto di più sulla compilazione dello Youthpass attraverso le 8 competenze chiave che lo compongono. Con una metodologia non formale io e la mia partner EVS di questo progetto siamo stati indirizzati verso una riflessione più approfondita di ciò che è successo durante questi mesi. Tutti insieme abbiamo deciso quale metodologia usare: per ogni competenza chiave abbiamo indicato un ventaglio di nomi che per quella specifica key competence potesse darci dei feedback sul nostro apprendimento e/o sulle mansioni assegnateci. Credo che questo approccio è stato molto utile perché abbiamo potuto usufruire anche della valutazione di un occhio esterno, oltre a essere stato molto divertente chiedere e ricevere feedback dagli altri.

Tuttavia, oggi voglio anche scrivere di una situazione che mi ha molto colpito. Poche settimane fa ho approfittato per fare un giro della Croazia insieme a un’altra volontaria EVS conosciuta durante questi mesi. Questo piccolo tour mi ha portato a scoprire parecchi posti molto affascinati della Croazia, soprattutto a livello naturalistico, per poi arrivare alla fine alla volta di Dubrovnik. Oltre a “game of thrones” c’è tanto altro da visitare, come ad esempio il museo sulla guerra che ha sconvolto i balcani e i Paesi dell’ex Jugoslavia negli anni ’90. E’ stata un’esperienza molto interessante anche perchè una foto in particolare ha attirato la mia attenzione. E’ la foto di “volontari” della divisione militare di Dubrovnik che era impegnata in quel periodo a difendere la città. E’ la foto di ragazzi della mia età che, proprio come me, erano “volontari”. Questa parola mi ha fatto riflettere per parecchio tempo. Circa 25/30 anni fa la parola “volontario” era intesa anche in questa accezione spiacevole. Oggi, invece, grazie all’EVS molti giovani, come quelli rappresentati in foto, sono liberi di poter decidere di diventare volontari e fare un’esperienza formativa in giro per l’Europa per imparare, migliorarsi, divertirsi e conoscere altre culture e lingue. Questa cosa dovrebbe farci riflettere su quanti passi in avanti sono stati fatti e ancora bisogna fare attraverso l’unione di popoli europei. Credo che l’Unione Europea debba fornire tutti gli strumenti formativo/educativi necessari per far conoscere e studiare ai giovani ciò che successe in quegli anni perché solo conoscendo la storia si può rilanciare il progetto di pace e cittadinanza europea con una riflessione lucida e scevra dalla retorica di chi, invece, promuove un ritorno al passato.

Con questa riflessione mi appresto a concludere questo mio report. Ahimè, il prossimo sarà l’ultimo…Bok!

P.S. Se siete volontari in un posto di mare preparatevi a un’ondata di amici e amiche, volontari e volontarie che vi verranno a trovare nel periodo estivo 😀 😛