venerdì, Aprile 19, 2024
AustriaEsperienze

Ecco le prime foto di Clara, volontaria europea in Austria

Nome Clara   età: 19clara3
studi: scuola dell’obbligo      lingue: inglese, francese, spagnolo
primo contatto con l’Eu Direct: febbraio 2015
periodo: ottobre 2015 – luglio 2016

Si chiama “Youth work without borders” il progetto SVE con il quale è partita Clara, volontaria europea che passerà 9 mesi in Dorndirn in Austria presso l’associazione Offene Jugendarbeit Dornbirn (OJAD). L’associazione lavora da anni nel campo della gioventù e della cultura, organizza infatti attività ricreative per i giovani da svolgere durante il loro tempo libero e fornisce servizi nel campo dell’istruzione, della gioventù e dell’occupazione.

—————————–
Report I – gennaio 2016
Sono ormai circa tre mesi che ho iniziato lo SVE. Ciò che forse di questa esperienza non viene detto o forse solo capito, è quanto sia diversa per ogni persona. Nel mio caso facendo la somma la considererei un’esperienza più che positiva, mi son trovata a lavorare in un posto estremamente organizzato con persone molto gentili e competenti che mi trattano molto bene e che si preoccupano sempre del mio benessere fisico e mentale. Sono stata molto soddisfatta anche di tutto ciò che è esterno al lavoro come l’alloggio o i benefici dati dalla mia posizione di volontario (entrate gratis o scontate in moltissimi musei, trasporti gratuiti in tutta la regione … ). Il mio lavoro è più o meno uguale tutte le settimane ma cambia ogni giorno: aiuto in una classe di inglese avendo conversazioni di base con i singoli studenti, cucino per i miei colleghi assieme ad altri giovani del posto, seguo corsi di cucina e lavoro all’entrata o dietro al bar nei weekend durante i concerti. Occasionalmente a questo “programma” si aggiunge qua e là qualche altra attività come documentare workshops o dare una mano a qualche evento speciale. Il lavoro mi piace, solitamente non è troppo faticoso e sono molto pazienti con me anche quando sbaglio. Le mie attività preferite sono la classe di inglese ed i concerti. Quando aiuto nelle lezioni ho la possibilità di entrare a contatto con i ragazzi e conoscerli meglio, è molto interessante in quanto la maggior parte di loro viene da paesi molto diversi sia dall’Italia che dall’Austria ed è affascinante vedere come si siano integrati alla perfezione sia nel paese che tra di loro. I concerti invece sono molto divertenti, mi è già capitato di sentire musica di tutti i generi, dall’heavy metal al punk-folk americano. Non sempre la musica che suonano è il mio genere ma i gruppi sono sempre molto bravi. Il tempo che non è dedicato al lavoro lo passo principalmente al mio corso di tedesco o con le altre volontarie. Ho avuto la fortuna di essere alloggiata in una grande casa dello studente dove vivono anche la maggior parte delle altre volontarie che lavorano in altri progetti in giro per la regione. Siamo sei in tutto da cinque diversi paesi europei tutti con tradizioni e abitudini molto differenti che mettiamo senza difficoltà da parte per passare il tempo insieme. Solitamente visitiamo altri paesini intorno al nostro o usciamo la sera a bere qualcosa. Oltre a noi vi sono altre cinque volontarie, quattro di loro vivono insieme in una fattoria e la quinta vive da sola vicino al centro per cui lavora. Almeno due, tre volte al mese cerchiamo di incontrarci tutti insieme per fare una passeggiata o andare a pattinare sul ghiaccio anche se non è sempre facile visto che i nostri orari lavorativi sono molto differenti. Le note negative dell’esperienza, se ne dovessi dare, sono tutte da un punto di vista emozionale e molto personale. Per esempio, nel mio caso, anche se frequento già molte persone qui, a volte soffro comunque un po’ la solitudine e la nostalgia di casa. L’altra cosa che ho riscontrato in me e anche nelle altre volontarie è il senso di frustrazione che alle volte si ha, soprattutto al lavoro. Quando si intende “volontario” almeno nella mia esperienza e in quella degli altri volontari con cui ho parlato, qui si intende qualcuno di cui loro non hanno veramente bisogno e che scelgono “volontariamente” di prendere lo stesso. Spesso sia io che gli altri ci siamo ritrovati senza avere nulla da fare al lavoro il che causa ovviamente in un primo momento noia che viene poi sostituita da questo sentimento di leggera insofferenza ed esasperazione per la propria inutilità. Io forse poi lo vivo più degli altri perché non parlando il dialetto della regione e ben poco tedesco mi ritrovo anche incapace ad interagire con i ragazzini del centro che raramente parlano inglese. Ma ripeto che sono osservazioni del tutto personali e che non necessariamente si applicherebbero ad altre persone in altri progetti.

Nel mese di dicembre l’associazione ha realizzato un video di augurio che ha inviato a tutti i partner EVS, qui di seguito il link: www.youtube.com/watch?v=eRFfUyqZm7A

Report II – febbraio 2016
Dopo cinque mesi mi sono ormai abituata completamente alla vita in Austria. Pur essendo un paese fisicamente molto vicino non si può dire che culturalmente sia uguale. Si tratta di una cultura e di modi di fare tendenzialmente più rigidi e freddi di quelli a cui ero abituata io ma questo ha in realtà molti lati positivi. Per esempio qui tutti sono estremamente puntuali e difficilmente si comporteranno in modo maleducato senza ragione e pongono molta attenzione nel denaro e hanno l’abitudine a pagare sempre tutti separati. Io passo per lo più il tempo con altri volontari e non molto con gli austriaci eccezion fatta per i miei colleghi, con cui però vado molto d’accordo e con cui mi trovo molto bene. Il lavoro é diventato più regolare una volta terminato il corso di tedesco, ed ora la maggior parte dei giorni ho attività più o meno fisse. Ho iniziato con mia grande soddisfazione a lavorare di più in cucina e alla scuola dove adesso terrò anche alcune classi di inglese nel pomeriggio. In quest’ultimo periodo ho iniziato a lavorare a stretto contatto con alcuni miei colleghi siriani e iracheni venuti in Austria come rifugiati alcuni mesi fa e che si occupano di aiutare i ragazzi e i bambini rifugiati a conoscere ed integrarsi nella cultura locale. In linea di massima tutto procede in modo molto tranquillo e senza problemi. Nei weekend io e gli altri volontari continuiamo a visitare i paesini intorno o facciamo escursioni in montagna a volte anche molto interessanti come quella che ci ha portato a un monastero buddista nel mezzo di una foresta innevata mentre le sere solitamente andiamo a bere qualcosa tutti assieme in qualche bar o pub nel centro cittadino.