venerdì, Aprile 19, 2024
CroaziaNotizie

Rossella, ci racconta il suo quarto mese in Croazia

Partita il 1° ottobre 2018 per Šibenik, CroaziaRossella_RID
Nome: Rossella
Periodo SVE: 1 ottobre 2018 – 31 maggio 2019 (8 mesi)
Paese di accoglienza: Croazia
Ente di accoglienza: PIC no:  947590673
Organizzazione: Udruga mladih ”Mladi u Europskoj uniji”

Rossella è partita il 1° di ottobre 2018 per Šibenik, Croazia, la stessa associazione che ha accolto anche Francesco.
Rossella parteciperà al lavoro quotidiano dell’ufficio e assisterà i dipendenti nella varie attività. In particolare porterà avanti attività quali:  traduzione in inglese degli articoli pubblicati sul sito dell’organizzazione, redazione di articoli sul volontariato e sulle opportunità di mobilità europea,assistenza all’organizzazione nelle sue attività (workshop,seminari, conferenze),diffusione dei valori europei all’interno della comunità locale attraverso la realizzazione di info-desk sulla mobilità europea e sul volontariato nelle scuole e all’università, supporto nei partenariati Erasmus+ con le altre organizzazioni internazionali, supporto nei compiti amministrativi dell’associazione. Infine avrà la possibilità di scrivere progetti Erasmus+ e/o proporre workshop e idee in linea con i principi e i valori dell’associazione.
Rossella svolgerà il suo progetto di volontariato assieme a Irene.

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Report I – ottobre 2018  – scritto assieme a Irene
Prima di diventare volontaria non avevo idea di cosa fosse esattamente il volontariato, ma mi ero fatta un’opinione grazie ai punti Eurodesk che illustravano le varie possibilità che l’Unione Europea aveva in serbo per i giovani. C’era una vasta gamma di scelta, che andava dai progetti di youth exchange, di scambio per imprenditori, tirocini in aziende, fino ad arrivare ai corsi di formazione. L’idea alla base di questi progetti è quella di formare l’individuo come cittadino europeo, il quale, sentendosi parte di una comunità, si muove per la sua tutela e conservazione. Per questo motivo vengono incentivate propensioni e attitudini personali che trovano spazio di esprimersi nei progetti strutturati dall’ UE. Questi progetti toccano vari settori. Nel caso del volontariato non bisogna aspettarsi esclusivamente collaborazioni manuali, ma esiste anche la possibilità di lavori in ufficio come ad esempio occuparsi dell’amministrazione di un centro per senzatetto in Irlanda. Se invece il vostro interesse verte sulla comunicazione, potreste trovare progetti di supporto ad una radio locale che necessita nuove idee per affermarsi e diffondere la cultura in loco. O ancora, amate l’arte o la scienza? Esistono anche in questo caso borse di studio nella ricerca. I topic sono infiniti, così come I canali attraverso I quali passano. Ma come funziona l’intera filiera? All’apice sta L’UE che approva e finanzia i progetti nominando Agenzie Nazionali che hanno il ruolo di supervisori. Infine l’intervento di mediatori quali le reti Eurodesk è fondamentale per diffondere le notizie.
Spesso per i giovani non è immediata la strada da intraprendere e non è quindi semplice costruire una propria identità senza gli strumenti adatti. Non sapendo che direzione seguire si va a tentativi, che risultano alle volte fallimentari perchè non si è centrato il punto. I centri Eurodesk non vogliono dare una spinta obbligata ma offrire una panoramica al giovane per esprimere al meglio le sue potenzialità. Ogni anno nel mese di ottobre vengono organizzate delle giornate dedicate all’incontro con queste realtà, poichè il modo migliore per farsi conoscere è parlare con le persone.
Spesso per i giovani non è immediata la strada da intraprendere e non è quindi semplice costruire una propria identità senza gli strumenti adatti. Non sapendo che direzione seguire si va a tentativi, che risultano alle volte fallimentari perché non si è centrato il punto. I centri Europe Direct non vogliono dare una spinta obbligata, ma offrire una panoramica al giovane per esprimere al meglio le sue potenzialità. Ed è insieme a Eurodesk, un’organizzazione non a scopo di lucro composta da un gruppo di esperti che lavora per fornire informazioni ai giovani interessati a programmi sulla mobilità, che la nostra organizzazione promuove possibilità di rete e progetti mirati a incoraggiare la mobilità giovanile in tutta Europa. Quest’anno, proprio nel mese di ottobre, lavoriamo in partenariato con Europe Direct – Eurodesk – Comune di Trieste per la campagna “Time to Move”. Si tratta di giornate dedicate all’incontro di queste realtà, poiché il modo migliore per farsi conoscere è parlare con le persone. Nello specifico la campagna include eventi e attività intese a informare i giovani sulle diverse opportunità di mobilità disponibili in Europa e offerte dal programma Erasmus+. Il volontariato è uno dei progetti all’interno del programma che permette a giovani europei di età compresa tra 18 e 30 anni di partire verso uno dei paesi del vecchio continente ed è molto diverso da qualsiasi altro progetto promosso: ci si sposta verso un paese europeo per aderire a un’organizzazione offrendo un contributo effettivo attraverso la realizzazione di progetti e workshop che rispondono a esigenze della realtà conciliando competenze, conoscenze e abilità pregresse o da acquisire in loco. Prima di diventare volontari non si ha un’idea esatta di cosa sia effettivamente il volontariato, ma ci si forma un’opinione grazie ai punti Eurodesk che illustrano le varie possibilità che L’Unione Europea ha in serbo per I giovani. C’è una vasta gamma di scelta, che va dai progetti di youth exchange, di scambio per imprenditori, tirocini in aziende, fino ad arrivare a corsi di formazione. L’idea alla base di questi progetti è quella di formare l’individuo come cittadino europeo, il quale, sentendosi parte di una comunità, si muove per la sua tutela e conservazione. Per questo motivo vengono incentivate propensioni e attitudini personali che trovano spazio di esprimersi nei progetti strutturati dall’ UE. Questi progetti toccano vari settori. Nel caso del volontariato non bisogna aspettarsi esclusivamente collaborazioni manuali, ma esiste anche la possibilità di lavori in ufficio come ad esempio occuparsi dell’amministrazione di un centro per senzatetto in Irlanda. Se invece l’interesse verte sulla comunicazione, si possono trovare progetti di supporto ad una radio locale che necessita nuove idee per affermarsi e diffondere la cultura in loco. O ancora, amate l’arte o la scienza? Esistono anche in questo caso borse di studio nella ricerca. I topic sono infiniti, così come I canali attraverso I quali passano. Ma come funziona l’intera filiera? All’apice sta L’UE che approva e finanzia i progetti nominando Agenzie Nazionali che hanno il ruolo di supervisori. Infine l’intervento di mediatori quali le reti Eurodesk è fondamentale per diffondere le notizie. Candidarsi è facile: la piattaforma dei corpi europei di solidarietà è ben strutturata, facilmente accessibile e fruibile: basta solo navigare il sito, creare un account e allegare il cv in inglese. Una volta compilata la sezione relativa a istruzione e lavoro e quella relativa alle informazioni personali è possibile scegliere l’area del progetto in cui si vorrebbe partecipare, in modo da rendere la fase di ricerca molto più rapida e agevole, consentendo alle associazioni che lavorano nell’area di trovare i candidati ideali con un profilo adeguato. Nella pagina di ricerca c’è una mappa che consente di vedere in quali paesi sono già stati accettati dei programmi di volontariato e per i quali ci si può candidare. Immediatamente in basso si può scorrere la lista delle organizzazioni con nome del progetto e paese di destinazione. Quando si clicca su una di quelle voci si apre la pagina relativa con descrizione, condizioni del profilo ideale e se interessati basta cliccare sul tasto per inoltrare la candidatura. Quando si preme il tasto, il proprio cv viene inviato all’organizzazione. In alcuni casi chi si candida per alcuni progetti viene contattato da organizzazioni quasi subito. Per questo progetto qui a Sibenik l’associazione ha optato per due strategie: una di noi è stata selezionata dopo aver applicato perché il profilo rispondeva alle aspettative dell’organizzazione, mentre l’altra volontaria è stata contattata tramite i filtri inseriti nel database. Il processo di selezione può durare due settimane o anche meno, a seconda delle candidature pervenute all’organizzazione. Nel nostro caso siamo state fortunate perché selezionate per il progetto che ci interessava e che si occupa attivamente di diffondere informazioni sulla mobilità europea nel tentativo di portare i giovani insieme e uniti nella diversità.

Report II – novembre 2018
È trascorso un mese dal mio arrivo qui a Sibenik, in Croazia. Ricordo ancora le emozioni del primo giorno: la stanchezza all’arrivo dopo il lungo viaggio e lo stupore che mi sorprese alla vista del panorama che mi ha accompagnata fino alla località del mio volontariato. Ricordo anche il piacere di essere stata accolta dal calore di persone così amichevoli e disponibili al mio primo giorno in associazione.

L’associazione in cui svolgo il mio scambio, che rientra nell’ambito del nuovo programma del corpo europeo di solidarietà, si occupa di mobilità europea e di sensibilizzare i giovani locali a un maggiore e più consapevole senso di appartenenza europeo. Ed è in questa ottica che si inserisce il mio ruolo di volontaria, promuovendo progetti e sostenendo iniziative mirate. Ed è grazie al costante appoggio delle parti coinvolte in questo scambio, che il mio contributo e quello della mia collega, equipaggiate del nostro bagaglio di conoscenze e competenze sembra avere maggiore senso.

Il primo mese è stato molto intenso: riferimenti e orizzonti ancora da fissare; facce nuove da riconoscere; valuta, lingua e cultura con cui familiarizzare, sebbene quest’ultima sembri davvero poco distante da quella da cui provengo, qui qualcuno conosce finanche un po’ l’italiano. Eppure, riconosco quel senso di dépaysement che accompagna ogni mio trasferimento e impregna ogni nuovo inizio. È una sensazione inevitabile, sembra quasi una tappa obbligata, e so bene che anche questo fa parte del pacchetto. Ma c’è stato poco tempo per indugiare in certe riflessioni perché in associazione siamo state attivamente coinvolte nella campagna Time to Move, che si è tenuta per tutto il mese di ottobre e grazie alla quale abbiamo potuto dare voce alla nostra esperienza attraverso video e giornate informative anche qui nel luogo invitando i più giovani a partire.

Ma partire siamo state noi nella seconda settimana di ottobre: io e la mia compagna d’avventura, Irene, abbiamo preso il treno alla volta di Orahovica, una tranquilla cittadina situata nel nord della Croazia, per il tradizionale on-arrival training. Il paesaggio lì è molto diverso da quello in Dalmazia. Boschi e case dai tetti spioventi lasciano pensare a un clima un po’ più rigido di quello che si sente qui. Con i volontari attualmente impegnati nella nazione su progetti di vario tipo ma tutti a lungo termine siamo riusciti a creare un bel gruppo e anche quando le attività o i progetti richiedevano un po’ di competizione di gruppo, siamo riusciti a far valere sempre la simpatia e la disponibilità. Più nazionalità erano presenti ed è stato bello confrontarsi con ciascuno di loro. È stato bello poter imparare strategie e trucchi che sono sicura ci torneranno utili durante questi otto mesi, di cui ci sarà tanto da registrare. Ma non c’è fretta, l’avventura è solo all’inizio.

Report III – dicembre 2018
Il secondo mese da volontaria l’ho trascorso alla scoperta di nuovi posti in compagnia di amici nuovi e ritrovati. Io e Irene abbiamo avuto il piacere di ospitarli qui a Šibenik in occasione del ponte del primo novembre, e insieme abbiamo visitato Zara e il parco naturale del Krka, dove recarsi per ammirarne gli scorci più suggestivi offerti dai punti panoramici e, con la bella stagione, magari fare un tuffo tra laghi e cascate circondati dalla natura più incontaminata.

Poco tempo fa, nel nostro ormai solito blaterare di viaggi, io e la mia compagna di avventura ci eravamo ripromesse di esplorare una meta internazionale prima della pausa natalizia. Avevamo alcune proposte in ballo; abbiamo valutato tempistiche e logistiche e alla fine abbiamo optato per Lubiana. La scelta non è stata casuale: nessuna di noi c’era ancora stata e l’idea allettava anche la nostra cricca istriana e di Rjieka. Così, dopo una tappa a Rjieka, pensata per spezzare un viaggio altrimenti troppo lungo, l’indomani siamo partiti in macchina per la Slovenia. Il viaggio è stata una delle avventure più belle per me: più km di quanti ce ne volessero effettivamente ci hanno confortato con panorami mozzafiato; il percorso alternativo all’autostrada, che Google Maps ha “accuratamente” scelto per noi con l’obiettivo di evitare il pedaggio autostradale (siamo pur sempre volontari!), e ricco di pendenze, ci ha regalato momenti di panico esilaranti quando sul più bello la macchina arrancava mandando strani sbuffi di fumo dal cofano anteriore; e Lubiana è stata una scoperta inaspettata e una nuova promessa.

Nella quotidianità sto lavorando sulla lingua con molto entusiasmo e con insolita costanza. Grazie alla nostra mentore, che è anche la nostra insegnante di croato, ho iniziato a sbocconcellare le prime frasi di saluto che non mi vergogno di utilizzare al primo momento buono e poco importa se la pronuncia di ugodan dan, “buona giornata”, scatena l’ilarità commossa nel panificio del paese. Insieme a loro, sorrido anche io.

Report IV – febbraio
Gennaio e febbraio sono sembrati piuttosto lunghi qui a Sebenico: le giornate corte, la bora, l’azimut chiuso per ferie. La città si è come lasciata andare a un sonno profondo, e per me che ero appena tornata dalle vacanze di natale carica di chili, dell’affetto di casa e di grinta è stata dura lasciarsi andare a un passo più lento. Con i giorni mi sono adattata al suo tempo e ai suoi ritmi sempre più in chiave dalmatina, alla “po malo”. Le attività quotidiane si rigorosamente limitate a una poco sportiva “spola” ufficio-casa, con poche occasioni di socializzazione. Preso coscienza del momento di quiete che ben s’accorda con il mio orologio fisiologico, mi sono concessa qualche te in più al pomeriggio in alternativa alla classica birretta delle 19. Che poi quella birretta manca sempre dello stuzzichino a cui, da italiana viziata, sono abituata. In associazione, al contrario, l’attività è ripreso in modo più sostenuto: abbiamo iniziato con il workshop di italiano che contrariamente alle aspettative più negative ha suscitato un notevole successo prima ancora di iniziare e che già alla prima lezione si è smorzato in un successo di dimensioni più discrete ma comunque soddisfacenti. Il corso prosegue ancora, con qualche defezione da parte di studenti universitari e quelli che si sono già stancati, ma tira avanti, ancora, almeno fino a oggi. La monotonia del periodo invernale è stata interrotta a metà febbraio dal mid-term meeting a Spalato. L’incontro, che aveva l’obiettivo di portarci a riflettere sul percorso fatto fino a oggi, più che altro mi ha messo un po’ di ansia per la fine del termine che si avvicina. Ma c’è ancora da fare, ci sono alcune idee da delineare e qualche bella giornata di primavera da godersi prima di levare le tende.