Nicoletta – Spagna – Palencia (febbraio – agosto 2005)
nome: Nicoletta età: 24
studi: Laurea in Scienze del Servizio Sociale
lingue: inglese e spagnolo
primo contatto con l’Ipe: maggio 2004
partenza: febbraio 2005
Nicoletta, neo laureata in Scienze del Servizio Sociale, dopo una travagliata ricerca iniziata a maggio 2004 e una ancor più drammatica situazione parto/non parto, il 15 febbraio 2005 è volata per Palencia (Spagna).
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Sono Nicoletta e ho appena concluso il mio servizio di volontariato europeo.
Sono stata, (in realtà mi ci trovo tutt’ora), a Palencia .. che non è Valencia come la maggioranza crede quando la nomino.. 6 mesi.. Dove si trova? E’ una cittadina vicino a Valladolid, in Castilla y Leon, collocata esattamente nel mezzo della “terra de Campos”, una zona rurale e totalmente spoglia.. ci sono solo campi e 1000 paesini.. è un paesaggio che da subito ho trovato affascinante e totalmente diverso da quello a cui sono sempre stata abituata.
Ho svolto il mio progetto a San Cebrian de Campos, un paesino di 600 abitanti a mezz’ora di autobus da Palencia, lavorando in un centro per disabili psico-fisici con altri 3 volontari, due italiane e un tedesco.. di Baviera. Lavoravamo dal lunedì al venerdì, tre volte alla settimana dalle 9 alle 15, e le altre due ci fermavamo fino alle 17 e 30.
Sono entusiasta di quello che mi ha dato questa esperienza, sotto tutti i punti di vista, però si tratta di un progetto dove assicuro che devi aver voglia di fare, di metterti in gioco sapendo che non sei in vacanza. Con questo non voglio spaventare nessuno, credo che se si sceglie questo genere di esperienza è per dare una mano e rendersi utili.. oltre che per conoscere una lingua e una cultura diversa.. perciò non c’è da spaventarsi!
Vivo in un appartamento spazioso e assolutamente luminoso con gli altri volontari.. le spese sono tutte pagate dalla fondazione, il telefono non c’è.. o meglio, la scelta di attivare la linea o no è a discrezione e spese dei volontari che ci abitano.
Il progetto di ognuno di noi si svolge in differenti talleres, con differenti utenti e educatori che se ne occupano. Per quanto mi riguarda sono stata sei mesi in un taller (laboratorio) con circa dieci persone di età tra i 25 e i 50 anni con seri problemi sia fisici che di deficienza mentale. L’impatto con il mondo degli utenti è stato molto dolce e abbastanza semplice, sono persone che ti riempiono d’affetto perché lo necessitano, persone che, anche se sai che non ti ricorderanno a lungo, fanno sentire il loro piacere nell’averti accanto.
Nella mia esperienza personale quello che è stato un po’ più complicato è stato relazionarmi con i lavoratori del centro.. anzitutto consiglio a tutti i futuri volontari di studiare almeno a livello basico la lingua del paese dove andranno.. se non altro per poter scambiare quattro battute con i propri “colleghi” all’inizio se questi non hanno intenzione o voglia di provare a scoprire se conoscete qualche altra lingua oltre alla vostra e alla loro. Mi sono trovata in un ambiente dove le persone “non avevano voglia” di conoscere chi ero e cosa pensavo.. forse troppo impegnate in un lavoro che già richiede pazienza e impegno quotidiano, non hanno tempo di dedicarsi anche a scoprire i tanti volontari che arrivano da tutte le parti d’ Europa. Si tratta di impressioni soggettive, che nascono da bisogni e attitudini personali.. Non voglio condizionare nessuno e né tanto meno parlar male del mondo dove sono stata catapultata gli ultimi sei mesi della mia vita.. ripeto che è stata un’esperienza fantastica e terribilmente utile per la mia crescita personale.. però è vero che ho iniziato a pensare che l’immagine degli spagnoli -che personalmente non era troppo radicata in me- di tutti gli spagnoli come aperti e super socievoli s’è ridimensionata. Se non altro credo ci siano enormi similitudini tra il nord e il sud della Spagna e il nord e il sud dell’Italia.. però mai generalizzare! Ho conosciuto persone meravigliose qui, ed ho imparato molto. E’ un’esperienza indimenticabile che consiglierei a chiunque.. l’unica cosa che ci tengo a ripetere, è che non tutto è “rose e fiori”, non tutte le persone sono disponibili e carine davanti a chi non conoscono.. e forse questo è proprio quello che è servito a me per crescere e “svegliarmi”.. per disilludermi un pochino. Mi dispiace essere stata tanto critica, e spero che da questa descrizione non emergano solo i lati negativi perché sono infiniti anche quelli positivi!!
Bene, mi sono dilungata molto, e anche questo dovrebbe far capire quanto ha inciso questa esperienza sulla mia vita di giovane assistente sociale.. da un punto di vista sia personale che professionale.