Nicola, partito da poco per la Polonia, ecco il suo report
Partito il 21 giugno 2017 per la Polonia
Nome: Nicola età alla partenza: 27 anni
studi: laurea italianistica
lingue: inglese, serbo-croato
periodo SVE: 21 giugno 2017 al 19 agosto 2017 (2 mesi)
paese di accoglienza: Polonia
ente accoglienza: PIC no: 944543321
Organizzazione: Fundacja Rozwoju Międzykulturowego EBU
Primo contatto con l’ufficio EDIC: maggio 2017
Nicola, partito il 21 giugno 2017, assieme a Elisa svolgerà il suo SVE di 2 mesi in Polonia presso l’associazione Fundacja Rozwoju Międzykulturowego EBU.
Nicola parteciperà attivamente all’organizzazione di un campo interculturale estivo per i bambini (5-15 anni) insieme al team internazionale di volontari e nella realizzazione di workshop per adolescenti (15-19 anni) e giovani adulti (20 anni) nell’ambito dell’istruzione interculturale, delle abilità sociali, del volontariato, dell’educazione non formale. Avrà inoltre la possibilità di organizzare eventi interculturali aperti alla comunità locale e partecipare ad azioni sociali, aiutare a diversi compiti manuali presso il laboratorio EBU (centro di informazione e volontariato giovanile) come decorazione, giardinaggio ecc. Nicola aiuterà inoltre nella raccolta di foto e video delle attività e nella loro promozione all’interno dei social media dell’associazione di accoglienza
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Report I
22 giugno 2017 – 09 luglio 2017
A circa una ventina di giorni dal mio arrivo a Minsk Mazowiecki e al termine della seconda settimana di piena attività, posso innanzitutto dire di essere molto soddisfatto e decisamente contento di essere qui e di aver aderito al progetto.
Il gruppo dei volontari europei, man mano sempre più esteso, è affiatato e – penso di poterlo già dire – stanno nascendo sincere amicizie; nel mio caso, sto legando molto con David, un giovane portoghese di Madeira col quale non mancano momenti di scambio culturale e dialogo filosofico-estistenziale 😉 Ogni giorno, rientrati a casa dalle attività, c’è sempre il piacere di riunirsi e scambiare due chiacchiere, per confrontare le impressioni della giornata e per distendere i nervi e i muscoli. Nonostante al momento i volontari siano dodici, tutti riuniti in una sola abitazione, la gestione degli spazi e dei tempi avviene sempre senza problemi: ad esempio, la cucina dataci a disposizione (che offre due fornelli, un frigo, due lavandini e limitate unità di stoviglie, bicchieri e piatti) riesce a soddisfare il fabbisogno di ciascuno, fin’ora senza eclatanti episodi di sovraffollamento e scontri frontali. La pulizia dei piatti, la condivisione del frigorifero, l’organizzazione della dispensa, la pulizia e molto altro avvengono con discreto ordine sebbene, a mio parere, quando si raggiungerà il pieno regime (quattordici volontari) si subirà un certo contraccolpo, poiché in concreto un così altro numero di persone in un edificio così strutturato porterà senz’altro a qualche piccolo disservizio: mancanza di sufficienti scompartimenti nel frigorifero, presenza di quattro docce e necessitò di ferrei turni per garantire l’acqua calda, due sole sale da pranzo non proprio lussuose, camere da letto vagamente implodenti etc…
Per sopperire a queste difficoltà potenziali, la nostra tutor Eliza ha già predisposto che una delle volontarie venture venga ospitata in un altro edificio appartenente alla Fondazione EBU, offerto ai volontari EVS di lungo termine. Posso dire perciò, anche a questo proposito, di essere piuttosto contento della logistica e delle faccende pratiche.
Relativamente alle attività, si tratta di gestire una summer school organizzata in diversi locali pubblici del territorio (scuole, librerie, parchi) e sulla base di numerosi progetti tra loro intrecciati. Le principali attività consistono nella relazione con i bambini (dai 5-6 ai 16 anni) i quali, divisi in gruppi, partecipano alle proposte ludico-educative proposte dalla Fondazione. Ogni mattina, alle ore 8.30, i volontari (sia gli stranieri che quelli polacchi già inseriti nell’organico della Fondazione) si riuniscono per un breve briefing per poi cominciare, alle ore 9.30, accogliendo i bambini e conducendoli in palestra per lo smistamento nei gruppi.
In generale, la giornata si svolge tra attività di “art and craft”, disegno e attività manuali, giochi all’aperto e in palestra, canti e danze; dopo una breve e poco rilassante pausa pranzo, il pomeriggio si articola in due workshop che, a turno, sono organizzati da ogni singolo volontario.
Ogni settimana della summer school è tematica: la prima è stata dedicata al tema della magia e la seconda a quello dello spazio: ogni giorno della settimana affronta un tema diverso (ad esempio, il lunedì le stelle, il martedì l’astronave, il mercoledì i pianeti etc…). La prima settimana di attività è stata molto faticosa, perché, a mio avviso, i volontari dovevano ancora abituarsi al grosso cambiamento e certo nessuno era preparato a un tanto consistente impegno psico-fisico; la seconda settimana, assimilati meglio i ritmi e le mansioni, è stata per me più facile, sebbene non certo leggera.
Sono contento di come stia procedendo anche se, probabilmente, la mole di lavoro e il carico delle responsabilità e degli impegni sono eccessivi per un’esperienza EVS di due mesi. Nonostante ciò – lo ripeto – sono soddisfatto, anche perché il rapporto con i bambini, siano pure di lingua polacca e spesso esagitati, è sempre meraviglioso, soprattutto quando, dopo soli dieci giorni, questi sanno riconoscerti e, chiamandoti per nome, ti corrono addosso per arrampicarsi o per essere presi in braccio 😉
Questo, a grandi linee, ciò che sento di poter condividere al momento. Lascio molto altro al prossimo resoconto, per non dar troppa carne al fuoco e perché, in ogni caso, siamo ancora agli inizi 🙂