Mattia – PORTOGALLO – Azzorre (dicembre 2001 – maggio 2002)
nome: Mattia età: 24
studi: laurea in lettere
lingue parlate: inglese, portoghese, spagnolo
primo contatto con l’IPE: settembre 2001
partenza: dicembre 2001
Un foglio bianco per cominciare. Disegni vorticosi in rapido movimento. e la voglia di perdersi. nuovamente. ripercorrere i dolci sentieri in riva all’Oceano, il vento sferzante e le rocce a picco. Da solo, ma mai veramente solo, naufrago su un’isola al limitare del mondo. Persa tra antiche suggestioni di continenti sommersi (la grande forza di Atlantide e di Mu) e le così attuali devastazioni sismico vulcaniche. O arquipélago dos Açores: l’Eden maledetto che si staglia ribelle in mezzo alla furia dell’Oceano. Il Mare alla vista degli abitanti intenti a coltivare una terra spesso ostile, la Costanza per gli allevatori, la Tranquillità allo sguardo vacuo delle loro vacche pezzate, la Vita e la Morte per i pescatori guerrieri su piccoli gusci alla deriva.
In viaggio. Per sei mesi. Viaggio costante. Immersione totale. Nuove visioni e nuove sensazioni. Un antropologo sul campo. Le tradizioni locali, la religione, la fede e le feste. Tutto questo e ancora di più. Una grande avventura. Una grande possibilità.
La deriva cosmica e lo spazio aperto: l’incapacità di strutturare un lavoro coinvolgente anche a livello teorico e intellettuale, la totale mancanza di stimoli culturali, ma anche la possibilità di investigare, di raggiungere l’università e i siti del sapere tradizionale per conto proprio, nei momenti liberi, negli istanti di riposo.
E così in questi sei mesi c’è stato anche il lavoro: recupero tossicodipendenti presso l’associazione Alternativa. Vari laboratori e atelier: ceramica, vetro, azulejos, bambù, scultura, pittura; momenti di ricreazione assieme agli assistiti: roccia, visite guidate, passeggiate in bicicletta. Ma l’attività più importante è stata il progetto della pulizia delle coste e delle spiagge. Dopo essere stati il rifiuto della società ecco che adesso gli ex tossici puliscono i rifiuti e la merda della società!
Ecco. Sei mesi veloci, rapidi, in continuo divenire. La mancanza di stimoli culturali sopperita dalla voglia di fare, dalla voglia di conoscere, di scoprire e oggi anche con l’impegno per far approvare il mio progetto di Capitale Futuro: “La riabilitazione dalle tossicodipendenze attraverso lo studio delle tradizioni popolari”. Un progetto a cui credo, come credo nei ragazzi assieme ai quali ho lavorato e condiviso fatica, gioia, sudore, speranza. Un progetto per rendere viva la mia esperienza di SVE, e per valorizzare il servizio di volontariato europeo che per conto suo è veramente privo di stimoli culturali e scientifici.
Ragazzi, questa la mia esperienza, questa la mia allucinazione devastazione decomposizione. Straniero come ogni straniero agli angoli di casa nostra: il dolore e la fatica, la solitudine e l’incomprensione, la nostalgia di casa e dello scoppiettante falò che riunisce amici e amori e sogni oramai così lontani, lasciati alla deriva per andare a raccogliere una stella. Viaggiatori interplanetari senza paracadute. Ma lo scrigno racchiude la luce. La luce della speranza e della conoscenza. Un’Europa per giovani esploratori consapevoli del mondo. Pieni di voglia di fare e di crescere. Il Servizio di Volontariato Europeo. Un contenitore vuoto tutto da riempire. Con la vostra fantasia e il vostro amore. Partite! Lottate! Conquistate questo Pianeta così troppo spesso triste e grigio e annoiato! Partite e D I V E R T I T E V I !