sabato, Dicembre 21, 2024
EsperienzeSlovenia

Mara – SLOVENIA – Krško (giugno – dicembre 2008)

nome: Mara  età: 27testina
studi: laurea in disciplina dello spettacolo  lingue: inglese, spagnolo, tedesco
primo contatto con l’Eu Direct: dicembre 2007
partenza: giugno 2008

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REPORT :
Dopo un’estate densa di avvenimenti, sta per finire il progetto di volontariato all’estero, con il quale sono partita.
Di seguito le esperienze che ho vissuto:
– Mostar Film Festival, in qualità di ospite del festival e intevistatrice.
– Shooting Ivan Hrvatska, documentario, aiuto tecnico audio e riprese making of.
– Izola evs training.
– 1 minute jr, workshop per la creazione di cortometraggi di esattamente un minuto, teoricamente per ragazzi under 20. Autrice di un cortometraggio e “attrice”.
– Workshop per la creazione di documentari, con Zelimir Zilnik, regista serbo Orso d’Oro a Berlino nel 1969. Editor di un documentario, riprese, coregia.
– Borders Sarajevo, progetto composto da più prodotti audiovisivi, tra cui una fiction, un documentario, un making of e nove reportage per la televisione locale. Responsabile di produzione del documentario, organizzatrice trainings e logistica.
– Poèeni Film Festival. Film festival low budget.
– Krško Dub. Cortometraggio sperimentale.
– Sos Pekarna. Reportage.
– Dokma Film Festival. Ospite del festival, partecipante del workshop, coautrice del reportage,intervistatrice.
Nel tempo rimanente ho dato una mano all’associazione per cui lavoro e ho imparato a gestire una parte del lavoro quale la corrispondenza con i festival a cui inviamo i film che
vengono prodotti e la preparazione di application forms, ho imparato a fare sottotitoli e mi sono esercitata a tradurre tantissimi cortometraggi e reportage in e dallo spagnolo per i Festival della Spagna e dell’America latina, ho fatto dialogue lists dall’inglese e dallo sloveno, ho appreso come creare un dvd e tante altre cose ancora…
Sono riuscita anche a divertirmi, cosa che non guasta mai e dopo quasi sei mesi posso dire che è stata una bellissima esperienza, molto utile e formativa.
Ho conosciuto tantissima gente che non dimenticherò facilmente, ho viaggiato, sviluppato nuove competenze, tanto lavorative come a livello personale, che sono sicura mi saranno molto utili
nella vita e nel futuro anche immediato. Inoltre, cambiare paese e conoscere altri modi di vivere, è una esperienza che da sempre arrichisce di per se’.
Se ne avete la possibilità, ragazzi, fatela, perche’ ne vale la pena!

Qui sotto vedete alcune foto dell’esperienza vissuta a Mostar, in occasione del film festival svoltosi a giugno. Un’esperienza fortissima ed emozionante, in una terra dai contrasti fortissimi, terra di passaggio e incrocio tra il cristianesimo e l’islam, reinterpretati secondo una chiave particolare, unica. Edifici distrutti e mai ricostruiti si accompagnano a giganteschi cartelloni pubblicitari, donne coperte da sofisticati  e seducenti veli, camminanonelle stesse strade dove passano ragazze in minigonna e abiti occidentali.A volte. Mostar infatti è divisa in due parti da un fiume e da una linea immaginaria che corre parallela al fiume e che separa la parte della cittàcattolica da quella musulmana, quindi la gente di nazionalità croata daquella più propriamente bosniaca; i serbi sono stati allontanati anni orsono dalla città e quasi non vi hanno più rimesso piede. Le due nazionalità rimaste però non si parlano, non comunicano più, famiglie intere hannodimenticato com’è l’altra parte della città in cui vivono erappresenta per loro un’entità sconosciuta, spaventosa. Vi sono persone che non hanno mai attraversato nemmeno uno degli otto ponti principali dellacittà.
Eravamo giù in occasione del film festival, un festival ostacolato da tutti per il suo carattere culturale e umanitario, animato dal tentativo di riappacificare lentamente le due etnie attraverso l’arte. Siamo capitati lì in concomitanza ad una delle principali partite dei campionati europei di calcio di questa estate e che vedeva schierate la squadra nazionale turcacontro la croata.
Sono stati momenti di tensione, di paura, durante la partita le strade si sono riempite di tifosi e chi aveva voglia di provocare disordini ed incidenti.
Fino ad ora, in occasioni del genere, ci sono sempre stati feriti gravi e morti, quest’anno no, forse anche per la prevenzione e l’immenso schieramento di agenti di sicurezza.
Il festival, è stato intenso e, quest’esperienza a parte, piacevole e ben preparato. L’arte e la creatività balcanica e dell’est Europa non hanno nulla da invidiare rispetto a quelle più occidentali. Molte le animazioni, icortometraggi, i documentari. Quello che risultava evidentente, guardando vari lavori, è che quanto meno la Bosnia in tutti i Balcani, forse più di ogni altra nazione, ha il desiderio di abbandonare il passato che l’ha segnata e guardare avanti, ricostruire, inventare, evolversi.
Il tema della guerra, nonostante sia complessivamente ancora molto vivido nella memoria di tutti, comincia ad essere più un limite che un promemoria verso il futuro. La gente, i giovani, vogliono ricostruire, non ricordare. Non troppo almeno, non più del necessario.
L’esperienza in Herzegovina ed il festival si Il festival si sono chiusi con la consegna di vari premi, tra cui uno all’autrice di un documentario sulla condizione femminile di una comunità Rom, un ulteriore passo verso il futuro e la riconciliazione con un’altra parte della società che ancora aspetta riconoscimento ed un maggior grado di accettazione e solidarietà.