Cinzia – Spagna – Barcellona (maggio – novembre 2003)
nome: CINZIA età: 25
studi: laurea in Scienze dell’Educazione
hobby: cinema, lettura, musica lingue parlate: un po’ di inglese, spagnolo e tedesco
primo contatto con l’IPE: settembre 2002 partenza: maggio 2003
É stata una bellissima esperienza. Umana e interculturale, innanzitutto, perché ho potuto convivere con una quindicina di altri giovani europei, nella mitica residenza di Badalona (già ben descritta da Alessandro, in questo stesso sito!): 3 italiani, 5 francesi, 1 portoghese, 1 greca, 2 belgi, 2 ungheresi, 1 bulgaro e 1 islandese!!
Questa vicinanza e condivisione ci fa scoprire altri mondi, guardare un po’ più in là, o più a fondo, conoscere, insomma, e in tal modo eliminare i pregiudizi.
È anche un bel modo per sentirsi più uniti, in questa Europa, sì, per imparare senza molta fatica un’altra lingua e per aiutare qualcuno… Ma soprattutto io voglio parlare di quello che accadrà dentro di voi.
Barcellona stessa è interculturalità, diversità, commistione di razze, e vi resterà nel cuore. È il groviglio di viuzze del centro storico, cariche di odori, colori e musiche, è la folla brulicante della Rambla e del mercato, la libertà dei grandi spazi monumentali.
È città di arte contemporanea, è il modernismo, con lo shock delle sue forme, la vivacità dei suoi colori e l’eleganza dei suoi palazzi.
Barcellona è il puzzo del Raval, le prostitute, i lustrini dei negozi arabi, la povertà e i calcinacci.
È il paese dei balocchi: mostre, teatro, concerti d’ogni genere, artisti di strada, localini asfittici, passeggiate al porto, feste in spiaggia, festival, mercati e mercatini.
Il mio progetto si svolgeva proprio nel cuore del Raval, al Casal dels Infants. Qui ho incontrato molti altri volontari spagnoli ed educatori professionali che (da oltre 20 anni!) sperano ogni giorno di migliorare un pochino la vita di questi bimbi dallo sguardo adulto.
I piccoli ti insegnano tanto e ti mettono alla prova, scoprendo ben bene tutti i tuoi limiti. Non è stato semplice. Soprattutto nel periodo estivo, quando l’orario delle attività raddoppia e sono doppi anche i conflitti, la stanchezza, e si arriva morti alla colonia di 12 giorni consecutivi, nella quale tutto si condivide con i bambini, anche i pidocchi.
Ma anche questo ha reso la mia esperienza formativa, sia dal punto di vista umano che professionale. Ciò che io cercavo era proprio qualcosa che mi segnasse dentro, che non scivolasse via, e l’ho trovato.