Dario – ROMANIA – Arad (settembre 2011 – giugno 2012)
Nome: Dario età 27
studi: Laurea specialistica in lingue lingue:inglese, francese, spagnolo, tedesco
primo contatto con l’Eu Direct: marzo 2011
partenza: settembre 2011
Dopo 6 mesi di attesa anche Dario è volato con lo SVE, direzione Romania. Il suo progetto mira a facilitare l’apprendimento per i giovani provenienti da diversi background culturali mediante l’attuazione di un programma educativo non formale di bambini e giovani con minori opportunità. Il progetto oltre a Dario coinvolge altri 7 volontari di diverse nazionalità. A breve il suo primo report.
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Report I ottobre 2011
Vivo da oltre un mese ad Arad, città sul confine con l’Ungheria. Sono incaricato di scrivere un blog e aggiornare il sito dell’associazione, in collaborazione con un altro volontario, mentre gli altri sono impegnati a tenere a bada e far svolgere attività artistiche e manuali, ricreative ed istruttive (la cosiddetta non-formal education), bambini di etnia ungherese, romena o zingara provenienti da famiglie problematiche, a seconda dei centri. Convivo con altre sete persone , 2 ragazzi e 5 ragazze, di età variabile tra i 19 e i 28 anni dai seguenti paesi. Germania (2), Francia (2), Portogallo, Serbia e Lettonia. In una grande casa accomodante su due piani. La convivenza con tante persone può essere problematica, pertanto bisogna sapersi organizzare per creare spazio a sufficienza per ciascuno, contando le dimensioni ridotte della cucina, per esempio.
Arad è una città di dimensioni ridotte, 46 kmq ma con 166.000 ab. I servizi non mancano. ci sono diversi centri commerciali, supermercati e negozi di ogni tipo. Così come abbondano i locali. E alla peggio per qualsiasi cosa si può sempre andare a Timisoara (340.000 ab.), a un’ora e mezzo da qui (4 € a/r in treno), una grande città. Per sportarsi si possono prendere il tram (un biglietto costa 40 cent) o i taxi, altrettanto economici (1 €/km e numerosissimi).
Arad si trova in Transilvania, nella sua storia è stata soggetta alla dominazione ottomana ma soprattutto a quella Austro-Ungarica e ungherese in particolare, fino al 1918. La sua popolazione ne rispecchia la storia, esattamente come i palazzi che vi risplendono. Oggi la città non è più a maggioranza ungherese, tuttavia resistono minoranze magiare, tedesche e serbe, da secoli presenti in questa zona della Romania.
Il primo mese è stato di preparazione, abbiamo innanzitutto conosciuto i volontari romeni che ci affiancheranno lungo il nostro percorso, fornendoci supporto linguistico e morale. Abbiamo imparato quali attività svolgeremo con i bambini e i centri in cui avremo svolto il nostro lavoro.
Sono rimasto piacevolmente colpito dalla serietà dell’organizzazione, il giorno del mio arrivo mi hanno subito dato una carta sim romena e fornito tute le informazioni necessarie. Parlano perfettamente inglese, e questo non è un fatto da dare per scontato. Nel training di 5 giorni a Predeal, con oltre 70 volontari da tutta Europa che attualmente stanno svolgendo lo SVE in Romania come me, ho sentito storie preoccupanti da parte di altri volontari: associazioni senza voglia di lavorare, senza fondi e con cui è impossibile comunicare. Mi ritengo fortunato, pertanto. Mi trovo bene con il presidente, sempre pronto ad aiutarci quando abbiamo bisogno di aiuto, e con al coordinatrice, un’amica più che un capo.
Dario Cossi.
Report II fine ottobre 2011
In questo mese abbiamo preparato il nostro primo evento mensile. Abbiamo organizzato un quiz a premi con domande riguardanti curiosità sui nostri paesi di provenienza. Purtroppo non molte persone si sono presentate al bar presso il quale svolgiamo settimanalmente serate di conversazione in francese. Arad, come del resto Cluj Napoca, è piena di studenti francesi di medicina. Per l’occasione abbiamo anche preparato dei dolci che potessero rappresentare le nostre regioni. Aldilà del risultato, credo sia stato un esercizio importante per noi stessi. Abbiamo lavorato insieme come una vera squadra e tanto,e da questo punto di vista penso sia stato un successo. Certo dobbiamo migliorare ma alla fine ognuno di noi ha fatto il proprio dovere. Io ero il presentatore, c’era chi si occupava della proiezione, chi degli effetti sonori, chi mi ha assistito nell’assegnazione dei punti. Non so se si possa parlare di integrazione con la cultura locale, ma assieme a due amici siamo andati allo stadio a supportare la squadra locale, contro la prima in classifica, Gloria Bistrita. Nell’occasione abbiamo vinto 2-0. Detto questo, per Halloween, i ragazzi hanno preparato cappelli da strega da indossare, si sono dipinti al faccia in modo buffo e i bambini si sono molto divertiti. Personalmente tengo conto di tutto quanto viene svolto e lo riporto sul blog, assieme alle foto. Sul lato personale abbiamo fatto amicizia con altri volontari sempre a svolgere il loro SVE qui ad Arad come noi. Principalmente tedesche, le ragazze svolgono questo anno a 19 anni tra il liceo e l’università. Penso sia ammirevole, poiché alla loro età non mi sarei sentito pronto per svolgere un’esperienza simile. Aldilà del fatto che allora non parlavo così bene inglese come adesso (e i tedeschi escono dal liceo con un inglese che rasenta la perfezione) è la capacità di adattamento ad un altro contesto che fa la differenza,e i tedeschi sanno adattarsi molto facilmente. Gli studi linguistici continuano non senza difficoltà. Ogni giorno studio per un’ora e svolgo esercizi ma necessito di fare più conversazione. Le occasioni non mancheranno. Arad ha una buona offerta culturale. I concerti di musica classica sono di alta qualità, economici e molto frequenti. Sto imparando nuove cose: usare photoshop, ad esempio. Ora dovremo occuparci di disegnare le nuove magliette dell’associazione per quest’anno, portachiavi e l’agenda. Nell’ultima settimana di ottobre una pausa mi ha permesso di viaggiare: ho così potuto visitare finalmente Budapest, raggiungibile in 4 ore di treno, e Cluj Napoca, la maggiore città della Transilvania, e un importante centro culturale per la comunità magiara locale. Normalmente i treni in Romania, rispetto all’Italia, costano la metà ma impiegano anche il doppio del tempo. Ma mi trovo bene, non saranno proprio puliti ma se non altro sono sempre in orario. Un altro modo molto comune di viaggiare in Romania è l’autostop, già ampiamente utilizzato dagli altri volontari, senza rischi, salvo semmai quello di aspettare a lungo una macchina in certi giorni.
Report III fine Febbraio 2012
Nei mesi ho imparato bene il rumeno. Adesso, una volta per settimana, prendo lezioni private. 20 Lei (circa 5 €), per un’ora e mezza/due ore. E imparo molto. So di altri volontari che dopo alcuni mesi hanno interrotto i corsi per vari motivi, ma nessuno che io sappia ha cercato di risolvere la situazione in modo autonomo. Si sono lamentati e basta, ma senza per questo mettere mano al portafoglio. Per quello che costa, poi. Ma forse non sono così motivatI a imparare il rumeno. Se possibile. Vorrei restare qui anche dopo lo SVE. Attualmente infatti svolgo traduzioni per la fondazione Pro Prietenia, dal rumeno al francese al tedesco. Se le cose dovessero andar bene, è possibile che svolga uno stage dopo lo SVE. Ricordo poi a questo proposito il mid-term training di Predeal, il mese scorso: alcuni si lamentavano del cibo ma non ordivano mai altro, pagando a parte. Io sì. Se qualcosa non mi sta bene, cerco una soluzione. Il progetto non si è svolto in maniera semplice, ma grazie al fato di avere alle spalle un’organizzazione seria, ho potuto svolgere delle attività. Adesso oltre al blog, vado una volta per settimana al centro pomeridiano di Curtici, insegno ai bambini un po’ di francese, inglese e matematica. Grazie anche a dei computer che ci son stati mandati, e i programmi collegati alle materie. Siamo in due volontaria lavorare a Curtici. Io insegno materie , mentre il mio collega Julius svolge dopo qualche gioco, attività manuali. Ognuno prende un gruppo di bambini, e poi ce li scambiamo. Abbiamo chiuso il rapporto con il centro di Zimandcuz, lo staff non si è dimostrato all’altezza della situazione. E’ purtroppo un muro di gomma contro il quale ci siamo scontrati anche al centro Curcubeu, dove i problemi preferiscono essere ignorati piuttosto che affrontati. Lavorare con i bambini zingari per me si è rivelato unimpresa troppo ardua. Sono contento del centro dove lavoro adesso, dove i bambini sono sia romeni che ungheresi, ma soprattutto adorabili. Alcuni presentano deficienze a livello mentale. L’età è compresa tra i 4 e i 10 anni. Finito con Zimandcuz dunque, abbiamo trovato un altro centro,Vis de Copil, dove persone di strada di tutte le età sono ospitate. Molte di queste sono dedite sono dedite all’uso della colla per stordirsi, per uccidere la fame che li opprime.I miei colleghi cercano di svolgere delle attività con loro, o anche solo giocare, parlare, e per loro è già qualcosa.
Nei mesi abbiamo svolto diversi eventi: uno si è svolto in un centro commerciale. Trattandosi della giornata mondiale dei diritti dell’infanzia, abbiamo cercato di spiegare a dei bambini i loro diritti fondamentali attraverso giochi, disegni. Alcuni hanno svolto del face-painting. In seguito abbiamo svolto la nosta serata intercultuale, dove ognuno di noi ha presentato il proprio paese attraverso quiz, musica, danze e curiosità. Nel nostro ultimo evento la settimana scorsa abbiamo dato ”abbracci gratuiti” ai passanti. Ripeteremo questo evento questa settimana. Sfruttando le nostre capacità manuali, abbiamo raccolto denaro per i cani randagi, un problema serissimo in Romania, creando posa ceneri da lattine di birra e portafogli da confezioni di latte.
Ho accennato all’inizio al mid-term training di Predeal. Si è trattato di una valutazione dello stato del progetto. Assieme agli altri volontari,abbiamo scambiato le nostre opinioni, condiviso le nostre ansie e i nostri problemi. Penso sia stato utile. CI sono stati forniti inoltre consigli preziosi dai nostri trainers, abbiamo svolto dei workshop.
Ho avuto modo di conoscere bene questo paese viaggiando. Dopo Cluj Napoca, sono stato a Oradea, Sibiu e Sighisoara,e ho visto così le varie Romanie che si nascondono in questo paese. A Oradea sembra di essere in Austria. La città è bilingue, anche l’ungherese è lingua ufficiale. Sibiu e Sighisora, come Brasvo, rappresentano invece la storica comunità sassone che per secoli ha abitato queste terre, che ne conservano tuttora l’impronta. Un giornale, Allgemeine deutsche Zeitung für Rumänien, è pubblicato in tedesco. Scuole in lingua tedesca sono presenti. Anche se la minoranza di lingua tedesca è pressoché scomparsa, la sua presenza è palpabile. Perfino il sindaco di Sibiu è di origine tedesca. Gli scambi a livello scolastico sono frequenti, e sarebbe cosa buona e giusta se anche noi ne facessimo, specie con i paesi confinanti con i quali i rapporti sono sempre stati così conflittuali.
Adesso una volta per settimana mi reco assieme alla nostra professoressa di rumeno presso l’istituto tecnico dove insegna inglese. Ogni volta mi lascia un parte della lezione per fare pratica d’insegnamento. Racconto ai ragazzi cose riguardanti l’inglese e l’Inghilterra, per alternare contenuti e grammatica.
In un’occasione abbiamo dato dei vestiti ai senzatetto, assieme a shampoo e dentifrici. Nei pressi della stazione, in baracche in condizioni miserrime, abbiamo visitato queste persone invisibili, e ci sono state molto riconoscenti.
Abbiamo promosso lo SVE nelle scuole, in maniera che la nostra organizzazione non serva solo a ricevere ma anche a mandare volontari all’estero.
Report IV inizio marzo 2012
La TV trasmette serie messicane su un canale, turche su un altro. Non mancano tre canali in lingua ungherese. Naturalemente però è la produzione Made in USA (o SUA, come vengono abbreviati qui) a fare la parte del
leone nel palinsesto. I programmi stranieri sono sempre sottotitolati, eppure il problema della conoscenza delle altre lingue qui in Romania è diffuso. Se guardo la programmazione dei film ai cinema, mi accorgo che ci sono solamente tre cinema in città, dei multiplex all’interno dei grandi commerciali. Solo uno, più piccolo, in centro. Forse è il futuro verso cui ci avviamo anche noi.
I film presentati sul sito ad hoc riportano sempre il titolo originale, cioè perlopiù in inglese, e in basso la sua traduzione in rumeno. Mi sembra una cosa positiva, e onesta: se proprio hanno stravolto il titolo nella traduzione, almeno lo ammettono.
Riguardo il cinema, il passaggio dall’economia pianificata a quella di mercato aveva rappresentato dei danni mostruosi per la produzione cinematografica. Tanto che la produzione di lungometraggi artistici passò da una media di 35 pellicole annue (1983) a 3-4 negli anni’90 e 0 (!) nel’anno 2000. A uccidere il cinema hanno contribuito l’apparizione di più canali,mentre i prima i videoregistratori e poi i lettori dvd le hanno dato quasi il colpo di grazia, con la conseguente chiusura di moltissime sale cinematografiche. A Bucarest, per esempio, si è passati da 25 sale (1980) a 17 e un multiplex nel 2002.
Dati tratti da www.nonsoloparole.com:80/recensioni/film/cine_regime_romania_2.htm