sabato, Novembre 23, 2024
EsperienzeSpagna

Luisa – Spagna – Fuenlabrada (settembre 2004 – marzo 2005)

nome : Luisa     età 22 lingue conosciute: inglese, tedesco   testina-Luisa150
hobby: canto, sport             Primo contatto con l’IPE: ottobre 2003    partenza: settembre 2004

Luisa è tornata puntualmente da  Fuenlabrada, vicino Madrid. Il progetto era organizzato da un consorzio di associazioni giovanili che fanno progetti per la comunità locale di una zona della periferia di Madrid.
TRA POCHISSIMO il suo “report”. Intanto sono arrivate delle foto non male..

All’arrivo a Fuenlabrada (il 1° settembre 2004) ero carica di forti motivazioni e emozioni. Il mio progetto è incominciato a tutti gli effetti in ottobre, in corrispondenza alla riapertura dei collegi.Fuenlabrada è una cittadina al Sud di Madrid con gravi problemi di emarginazione giovanile.
Inizialmente c’è stata una delusione delle mie aspettative, per un mese intero non mi sono sentita molto utile, in quanto non svolgevo la mia attività di volontariato per la quale avevo deciso di partire e di dare tutta me stessa.
Il progetto riguardava l’ambito adolescenziale, io in particolare lavoravo con due Associazioni; queste facevano parte di un unica organizzazione giovanile chiamata “Fuenlicoles” che le riuniva e coordinava tutte.Lavoravo con bambini e giovani appartenenti a una fascia di età che andava tra i 5 e i 10 anni.
Durante la settiamana, a giorni alterni, partecipavo ai progetti organizzati dalle due associazioni in cui mi ero inserita; erano attività extrascolastiche (del doposcuola), cosiddetti “Tallers”, ovvero laboratori dove si organizzavano e svolgevano corsi di : manualità, riciclaggio, immaginazione, teatro, cucina e ballo.
La mia settimana tipo si svolgeva così:
LUNEDI’: “Taller de cocina”, seguivo due gruppi, il 1°di “Pequenos”( da 5 a 8 anni) e il 2° di “Medianos” (da 9 a 13 anni);
MARTEDI’: “Punto de informaciòn juveniles”, si trattava di un infopoint dove si mettevano a disposizione computers, libri, giochi e informazioni riguardanti città, corsi e attività IN e OUT Spain.
MERCOLEDI’: “Punto de informaciòn”;
GIOVEDI’: “taller de imaginarium” e “recicla tu mundo”, i seguenti laboratori si dividevano sempre per fascie di età; nel 1° si svolgevano attività manuali, riguardanti lo sviluppo della creatività del bambino.Nel 2° si tentava di “insegnare” o meglio indirizzare il bambino (essendo anche un po’ più grande di età) al riutilizzo di oggetti (rotolo di carta igienica, cartoni del latte, ess..) che ogni giorno utilizziamo e senza rendercene conto buttiamo.
VENERDI’: “Jugar a Jugar”, attività all’aperto, nel patio del collegio: footbal, giochi di gruppo, caccia al tesoro…
SABATO: “Sabado activo”, con un gruppo di giovani tra i 15 e i 18 anni ci si riuniva a parlare, confraontarci e imparare assieme.
DOMENICA: con un gruppo di “medianos” e “mayores” si organizzavano piccoli spettacoli di teatro, giochi e tecniche di espressione corporale.

L’organizzazione di accoglienza si è sempre dimostrata disponibile…anche se per quanto riguarda la formazione linguistica ci sono state delle gravi mancanze. Per i primi due mesi non ci è stato garantito un corso in lingua spagnola, successivamente la nostra tutor ci dava delle lezioni private. Dopo un mese circa, in seguito alle sue dimissioni, siamo rimaste senza nessuna formazione. Due settimane prima della fine del mio progetto ci è stata affidata una professoressa, ma ormai il mio volontariato stava per terminare.
Ricevevo ogni mese 300.00 €, 150 per il vitto e 150  per le spese extra ( abb. autobus, ecc..); condividevo l’appartamento con altre due ragazze volontarie. All’interno dell’appartamento non mancava niente, non ci si poteva lamentare.
Sono fiera e entusiasta di quello che ho dato e ricevuto dalle persone e soprattutto di Fuenlabrada, sanno sempre come farti sentire bene anche e sei straniera e non parli perfettamente, ti aiutano e ti ringraziano sempre. Alla fine dai quello che hai sempre dato…però ti viene riconosciuto in modo amplificato.
Consiglierei il mio progetto a un altro volontario solo se l’organizzazione di accoglienza si impegnasse a migliorare e garantire, all’arrivo del volontario (dopo un breve periodo di inserimento e ambientamento), una formazione linguistica appropriata e l’affidamento di un tutor o di una persona che non faccia sentire il volontario escluso dalla società nella quale si sta inserendo.

Il SVE è una splendida occasione da sfruttare al meglio, per conoscere, scoprire e imparare attivamente un’altracultura…per conquistare più sicurezza in noi stessi, nelle nostre potenzialità..e di quanto ancora in futuro potremmo fare. Mi piacerebbe continuare a fare queste esperienze lavorando, cogliendo nuove iniziative e energie per poi un giorno creare, con un gruppo di persone in crescita, qualcosa che non sia solo per me stessa, ma anche per gli altri.