venerdì, Aprile 19, 2024
EsperienzeGermania

Anna – GERMANIA – Berlino (gennaio 2011 – gennaio 2012)

Nome: Anna     età 22fotoSito
studi: Scienza internazionali e diplomatiche   lingue:inglese, francese
primo contatto con l’Eu Direct: maggio 2009
partenza: gennaio 2011

Finalmente è riuscita a intraprendere questa fantastica esperienza Anna, volontaria Veneziana, di San Donà di Piave, essattamente,partita a inizio gennaio 2011. Ha dovuto aspettare un pochino prima di partire ma finalmente l’Agenzia Nazionale ha dato l’ok ed ora ecco qui il suo primo “report” la sera stessa dall’arrivo in Germania!!!! Anna resterà a Berlino per 12 mesi, Il suo compito sarà quello di aiutare nell’organizzazione delle attività all’interno del centro “Fahrten-Ferne-Abenteur” . 

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Report I gennaio 2011
hier alles gut, se non fosse per un mal di gola annichilente che mi butta un po’ giù di tono. Però basta godersi il silenzio del parco in cui sono immersa è torna l’allegria.
La prima dura prova di questa neue Abenteuer è dormire da sola al centro, in quest’edificio che, di notte e circondato com’è da boschi scuri e tetri, è un po’ spettrale. Ma che volete che sia per una scout come me, eh!
Abbiamo già iniziato zu Deutsch sprechen (a parlare tedesco) anche se la strada è ancora lunga. Comunque i miei colleghi sono carini ed ospitali e domani conoscerò Frau Laura.

Report II marzo 2011
In effetti sono sparita dalla circolazione per un po’, assorbita dalla nuova vita Berlinese, alle prese con novità e difficoltà.
Cominciamo col precisare che non sono trevigiana, bensì veneziana, sandonatese se vogliamo essere puntigliosi.
Poi parlerei del tempo: qui ha fatto freddo, tanto freddo, soprattutto per chi, come me, come noi, è abituato a climi più mediterranei. Però dopo un po’ ci si fa l’ abitudine e quando le massime superano lo zero si comincia già a sentire il profumo di primavera.
Come vi dicevo: è stato un periodo di profonde novità. Ho trovato casa, un’ adorabile casa, con una coinquilina tedesca e due gatti, uno dei quali posseduto dalle forze del male. Mi sono ambientata in città ed anche a lavoro e dalla prossima settimana iniziano gli impegni, i campi, i seminari.
Non mancano tuttavia le difficoltà. Per quanto si possano abbattere muri e superare confini, ci sono frontiere difficili da valicare, quelle culturali, quelle per cui la lingua è il primo e indispensabile passaporto. E io col tedesco di progressi ne sto facendo, ma sono ben lungi dal poter sostenere conversazioni impegnative senza ricorrere all’inglese. Quindi spesso e volentieri sono chiusa del mio mondo. Certo, l’accoglienza e la pazienza nel popolo tedesco non mancano, ma rimane sempre qualche passo a dividerci.
Questo fine settimana sarò a Cracovia per un meeting europeo degli scout (l’associazione che mi ospita è affiliata ad un gruppo scout) e lunedì, per dieci giorni, sarò impegnata col seminario di formazione SVE. Avrò quindi occasione di conoscere altri volontari europei che vivono l’esperienza SVE qui in Germania. Sarà un modo per condividere le novità e gli ostacoli, per conoscere nuova gente e farsi nuovi amici.
Mi sono accorta di non avervi raccontato quel che faccio qui, di che cosa si occupa l’associazione che mi ospita. Però mi sa che il racconto diventerebbe troppo lungo, quindi rimando alla prossima!
Saluti berlinesi
Die Deutsche Anna

Report III 17 marzo 2011
Si ritrova il perduto patriottismo a vivere in terra straniera…
dalla Germania arrivano i miei più sentiti auguri all’Italia!

Anna

Report IV 30 maggio 2011
Eccomi qua.
Rispondo ai solleciti dell’ufficio aggiornandovi un poco sulla situazione in terra tedesca.
Batterio killer a parte (questo di maggio colpisce cetrioli e verdure in generale, quello di febbraio era nelle uova) qui si è vivi e vegeti, sani ed energici..per ora:P
A Berlino è arrivata la primavera e il sole tramonta alle dieci di sera. L’estate è alle porte e al lavoro le trasferte sono gia cominciate.
L’associazione per cui lavoro, la Fahrten Ferne Abenteuer (avventure di viaggi lontani o qualcosa di simile), offre campi, gite scolastiche, viaggi all’estero ai bambini ed ai giovani tedeschi. Quindi, mio compito, è di essere la Fahrtenleiterin, il capo, di questi campi, gite e viaggi e di lavorare, nel tempo rimanente, in ufficio.
La settimana scorsa la mia prima esperienza con un gruppo di studenti tra i 14 e i 16 anni in gita scolastica. Nostro scopo, in questi casi, è di far fare ai ragazzi esperienze formative per se stessi ed il loro futuro, quindi giochi di cooperazione, per migliorare il lavoro di gruppo, giochi sulla risoluzione dei conflitti ed attività per migliorare la conoscenza e la coscienza di se e dei propri limiti. Ad esempio: abbiamo speso una giornata intera in un Hochseilgarten, letteralmente alto giardino di corda, praticamente una struttura di corde, assi, legni sospesi a dieci metri d́altezza su cui camminare e a cui appendersi. Naturalmente si hanno imbrachi e tutto il necessario per evitare di lasciarci le penne, ma la paura, credete, fa novanta!
Prossimamente, invece, attraverserò parte delle alpi, zaino in spalla, e imparerò a fare wind surf sul lago di Garda. Non male, non male.
Sto elaborando interessanti considerazioni, di cui presto vi renderò partecipi, sul popolo e sulla cultura tedesca. Entrambi destano la mia più profonda ammirazione e non mi risulta granchè difficile adattarmi  ad alcuni dei costumi locali come  pranzare con cereali, alle quattro del pomeriggio, perchè prima, semplicemente, non si ha fame (il ragionamento, in effetti, non fa una piega) o bere il caffè americano. Di certo fuggo alle pratiche più ignobili, come mangiare un bollito di carne con salsa di pomodoro e mais alla mattina, col caffè come bevanda, perché alla fine cibo è e cibo bisogna mangiare. Anche qui il discorso fila, ma rimane una barbarie.
Per il resto,  io ADORO Berlino e ADORO il Tedesco.
Sto cercando il modo di rimanere oltre quest’anno entro i confini del Land o quanto meno dentro i confini della Federezione.
Da Berlino è tutto
Liebe Grüße
Die Deutsche Anna

Report V 25 agosto 2011
Il mio EVS, Berlino e i Tedeschi in Pillole
Per lavoro scampagno in montagna e faccio windsurf. Cito: “se Dio esiste, da gennaio ti ritroverai a lavorare in miniera”.
Berlino ha avuto per una trentini d’anni un muro che la divideva in due da nord a sud, sicché c’era
chi viveva nella Berlino est e chi viveva nella Berlino ovest.
Tanto per generalizzare: I tedeschi parlano poco e riflettono molto. E questo talvolta irrita. Sarà per questo che le tedesche hanno un debole per gli italiani, che notoriamente parlano tanto e riflettono poco.
Lavorare con bambini e ragazzi aiuta ad apprendere una lingua straniera in tempi record.
Berlino è grande, ma s’incontrano sempre le stesse persone.
I tedeschi negano i piaceri della sana competizione e promuovono la cooperazione come unica via per la vittoria comune e la sussidiarietà come unica via al raggiungimento di obiettivi comuni.
A lavoro non sempre faccio qualcosa di utile per me, per l’associazione e per il mondo. E me
ne lamento, però a bassa voce.
Berlino è di gran lunga la città migliore dove poter vivere. Sempre che tu non sia un sommelier o
Un amante del buon cibo. Sempre che tu riesca a stare senza sole e a -20 gradi per lunghi periodi. Sempre che tu non abbia la fobia dei cani. O la fobia dei piedi. Sempre che ti piaccia Berlino.
I tedeschi entrano in coppia in un bar perché ognuno possa proseguire nelle proprie personali letture in un posto diverso dal salotto di casa.
A lavoro, quando rispondo al telefono dico: “AbenteuerZentrumImGrunewaldHallo” e tutto d́un
fiato così il mio accento si perde tra le parole trascinate e faccio bella figura.
Il cielo éazzurro sopra Berlino. Oggi, come qualche anno fa.
I tedeschi mangiano per saziarsi. Ne consegue che mangiano a qualsiasi ora, qualsiasi cosa e il giusto necessario. Il corpo non è il fine è il mezzo e lo curano a seconda del fine.
Sono globalmente molto contenta del mio EVS.
Sono entusiasta di Berlino.
Sono generalmente scettica nei confronti dei tedeschi.
Liebe GrüßeANna

Report VI  ottobre 2011
E’ difficile spiegare quanto mi è frullato per la testa in questi mesi.
Ma s’ha da fare. Quindi ho trovato un ottimo sistema per ovviare alla mancanza di riflessioni sufficientemente strutturate per risultare interessanti e comprensibili: foto per foto vi spiego che è successo e cosa ho cogitato.

Foto Prima : l’arrampicatore juniores e i salti nel vuoto
Ci si trova nell’Hochseilgarten, un’ area attrezzata per training di arrampicata e attività simili.Ai bambini più piccolo si propone la “kistenklettern”, ossia l’arrampicata delle casse per le bibite. Quando si perde l’equilibrio si perde anche il sostegno delle case e ci si ritrova a penzoloni a qualche paio di metri da terra.
I grandi si arrampicano sugli alberi fino a raggiungere delle piattaforme apposite da dove si possono intraprendere diversi percorsi a una decina di metri d’altezza. Naturalmente i ragazzi (in molti ci vengono in gita scolastica..esprimere stupore, prego, dal momento che le nostre gite scolastiche spesso si riducono a viaggi dal volore culturale assai dubbio. Almeno, parlo per me) sono assicurati dai propri compagni rimasti a terra. Gli intenti educativi sono diversi: conoscere i propri limiti psicofisici, accettarli e superarli, avere fiducia nelle altre persone oltre che in se stessi e promuovere la cooperazione come autentico stile di vita, sopra ogni cosa. Questa è una mia esagerazione in effetti. E’ che spesso ho avuto a che fare con trainers maniaci per la cooperazione per i quali la competizione è il male assoluto. E in questo non esagero.
E’ come giocare a Monopoli senza Banca Centrale o a Risiko contro un infante. Converrete che non si può.
Riflessioni conclusive: da queste attività educative si ha solo da imparare. Ma credo pecchino in divertimento e flessibilità.

Foto Seconda e Terza : On Arrival Seminar- Formazione SVE
Prima esperienza a contatto con altri volontari e devo dire che la fortuna non mi ha assistito. E’ stato difficile, non c’era sintonia e ogni attività suscitava critiche e resistenze.
Tuttavia ho stretto amicizie molto importanti e tutto sommato mi sono divertita. E’ stato di importanza vitale per il mio tedesco: al seminario si parlavano sia tedesco che inglese nel senso che ogni frase veniva tradotta in entrambi gli idiomi (come sono dotta! Ahahha). Questo mi ha portato a superare il blocco di parlare una lingua anche quando la lingua non la si sa!

Foto Quarta e Quinta: gruppo “traversata delle alpi” e ritorno in patria.
Tra le altre cose, il mio compito è quello di accompagnare ragazzi e ragazze durante i campi più svariati. In questo caso ho accompagnato di gruppo in una “route” da Scharnitz in Austria a Bressanone in Italia. Dodici giorni di camminata per boschi, vallate e forcelle, alcuni dei quali hanno tirato fuori il meglio e il peggio di me. Non ero nuova a questo tipo di esperienze ma è stato comunque indimenticabile. E’ stato emozionante tornare in Italia per la prima volta dopo quasi sette mesi di lontananza. Oddio, son tornata in SudTirolo, in effetti, regione in cui la conoscenza della lingua italiana non è poi troppo necessaria ma ufficialmente, anche se di malavoglia (per la popolazione tirolese, s’intende), si era sul suolo italiano.

Foto Sesta e Settima : Ritorno in Patria parte Seconda e Windsurf
Molto meno stressante del campo precedente. Per dodici giorni si è trattato di imparare a fare Windsurf, godersi il sole, il lago e il caldo prima di tornare a Berlino e dimenticarsene definitivamente.
Qui sì che ho parlato italiano!
Riflessioni conclusive per questo post e quello precedente: lavorare con bambini e ragazzi è una manna dal cielo per la lingua. Io ho fatto passi da gigante, salti pindarici, è stato come arrivare in vetta all’Everest con l’ovovia! Devo dire che il rischio è di non venire presi sul serio e non avere sufficiente autorevolezza. Sebbene mi sia capitato di venir corretta e derisa nel bel mezzo di una paternale solenne, debbo dire che me la sono cavata più che bene. Ho visto ragazze aggressive mutarsi in teneri agnellini e ragazzi chiedermi consiglio per organizzare lo scherzo finale (il mio consiglio è stato: cooperate e andrà tutto per il meglio)

Foto Ottave e Nona: Atomkraft Nein, Danke e Workshop sulla Situazione Palestinese. MidTerm Seminar- Formazione Sve
Questo seminario è stato semplicemente unico. Mi si inumidiscono gli occhi al sol pensarci.
Era la sintonia totale. Ognuno ha portato qualcosa di suo e l’ha messo a disposizione: così abbiamo meditato, io ho imparato a scrivere il mio nome in Armeno, abbiamo definito insieme il nostro futuro, abbiamo approfondito tramite un’esperienza diretta la questione palestinese, si è cantato attorno al fuoco e grigliato al party conclusivo.
Inoltre si era nel nord della Germania in un paesino freak che si è votato alla lotta contro il nucleare (visto che vivono principalmente d’agricoltura e pastorizia e c’hanno un sito di stoccaggio lì da trent’anni) e al vegetarianesimo.
Si è discusso di interculturalità e di come in realtà si possa ricondurre il tutto alla differenza tra persona e persona. Ogni persona può dirsi una cultura perchè ognuno ha priorità e valori a sè stanti che posso incontrarsi come no, indipendentemente dalla nazionalità.
Ognuno di noi aveva un che di interessante che invogliava tutti a parlare con tutti e a chiedere di tutto.
Un’esperienza indimenticabile.
Riflessioni conclusive: questo tipo di esperienze, SVE compreso, sono una scossa di terremoto. Ti mettono in discussione da capo a piedi, ti rivoltano come un calzino, una lumaca cui viene tolta la chiocciola, uno studente cui il professore non smette di chiedere “Ne è sicuro? Ma proprio sicuro sicuro?”. E alla fine, non se ne può più fare a meno.

Di riflessioni ne ho partorite molte altre. Ma ancora non ho un’ancora che mi permetta di esprimerle. Portate pazienza che prima o poi le condividerò.

Tanti cari Saluti
Anna